QUARTA FINALE
Ne vado fiero: quarta finale mondiale in trentasei anni. Considerando che prima dell'1982 l'Italia ha dominato solo negli anni '30, mi ritengo fortunato.
La prima (1970) la conto, ma vale solo sulla carta. Avevo poco più di un mese e, mi dicono, l'ho vissuta dalla carrozzina dormendo beatamente e costringendo la famiglia ad esultanze moderate e smorzate nelle pochissime occasioni in cui l'Italia ha dato la possibilità di farlo.
La seconda, 1982. Avevo 12 anni e me la sono goduta come solo un bambino sa fare in un momento del genere. Di quella sera mi ricordo la botta data al lampadario del salotto dopo il gol di Rossi, la gioia per l'urlo di Tardelli, l'esultanza di Pertini, la festa, i caroselli e l'urlo "Campioni del Mondo".
La terza, 1994. Ventiquattro anni compiuti, la prima vissuta assieme agli amici e non a casa. Partita di domenica e io che finisco di scrivere gli ultimi articoli (non mi ricordo più su cosa) meno di un'ora prima del fischio d'inizio. Corsa dalla redazione a casa del mio amico professore dove ad aspettarmi c'era la solita banda: Alberto, Michele, Matteo e ancora Alberto, il gran cerimoniere. Tavolino davanti al televisore imbandito con panini, toast, birre e coca cola. Si parte e combino la mia: lattina di birra che mi esplode in mano e rovina irriparabilmente il prezioso tappeto in bella mostra in mezzo alla sala. Sacramenti vari da parte del padrone-oste ma la partita è più importante. Poche le emozioni tra cui Pagliuca che bacia il palo durante i supplementari, Baggio che sbaglia un gol e poi i rigori e gli storici errori di Baresi e del divin Codino. Toast e panini sono rimasti lì.
La quarta domenica prossima, 2006. Trentasei anni appena compiuti e la certezza che la vedrò in redazione con la nuova banda di matti: Luca, Manuel e Lara (ci sarebbe anche la Anto, ma non la conto perchè è in più). Per il resto staremo a vedere....
La prima (1970) la conto, ma vale solo sulla carta. Avevo poco più di un mese e, mi dicono, l'ho vissuta dalla carrozzina dormendo beatamente e costringendo la famiglia ad esultanze moderate e smorzate nelle pochissime occasioni in cui l'Italia ha dato la possibilità di farlo.
La seconda, 1982. Avevo 12 anni e me la sono goduta come solo un bambino sa fare in un momento del genere. Di quella sera mi ricordo la botta data al lampadario del salotto dopo il gol di Rossi, la gioia per l'urlo di Tardelli, l'esultanza di Pertini, la festa, i caroselli e l'urlo "Campioni del Mondo".
La terza, 1994. Ventiquattro anni compiuti, la prima vissuta assieme agli amici e non a casa. Partita di domenica e io che finisco di scrivere gli ultimi articoli (non mi ricordo più su cosa) meno di un'ora prima del fischio d'inizio. Corsa dalla redazione a casa del mio amico professore dove ad aspettarmi c'era la solita banda: Alberto, Michele, Matteo e ancora Alberto, il gran cerimoniere. Tavolino davanti al televisore imbandito con panini, toast, birre e coca cola. Si parte e combino la mia: lattina di birra che mi esplode in mano e rovina irriparabilmente il prezioso tappeto in bella mostra in mezzo alla sala. Sacramenti vari da parte del padrone-oste ma la partita è più importante. Poche le emozioni tra cui Pagliuca che bacia il palo durante i supplementari, Baggio che sbaglia un gol e poi i rigori e gli storici errori di Baresi e del divin Codino. Toast e panini sono rimasti lì.
La quarta domenica prossima, 2006. Trentasei anni appena compiuti e la certezza che la vedrò in redazione con la nuova banda di matti: Luca, Manuel e Lara (ci sarebbe anche la Anto, ma non la conto perchè è in più). Per il resto staremo a vedere....
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