UNA STORIA CHE NON MI RIGUARDA
Ormai la cosa non mi riguarda più, come si suol dire "sono fuori dai giochi". Ma non posso fare a meno di continuare a seguire la vicenda di E polis, non fosse altro per l'innegabile affetto che provo per un progetto che ho contribuito a realizzare (almeno per la parte veneta) e da cui sono stato espulso non per mia volonta. Senza contare la grande amicizia che mi lega con alcuni colleghi. Tra tutte le cose che ho letto in questi giorni ce n'è una che proprio non digerisco: quando si dice che i 136 redattori di E polis possono tornare al proprio lavoro, che tutti hanno salvato il proprio posto. E' una cosa profondamente sbagliata. Quelli tornati al lavoro sono meno di cento gli altri, quelli con contratti a tempo determinato, sono rimasti a casa. Formalmente è vero che la nuova proprietà non ha licenziato nessuno. Si è semplicemente limitata a non rinnovare chi stava scadendo come un vasetto di yogurt riducendo, di fatto, il personale. Non mi interessa poi se lo ha fatto volontariamente o perchè obbligata dalla legge: questi, dal punto di vista di chi è rimasto per strada, sono dettagli.
Detto ciò, una pietra sopra al passato e un immenso in bocca al lupo a tutti i mie ex colleghi: anche da fuori vi sono vicino.
Detto ciò, una pietra sopra al passato e un immenso in bocca al lupo a tutti i mie ex colleghi: anche da fuori vi sono vicino.
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