LO SCIOPERO DEL NI
Il modo del giornalismo è pieno di furbacchioni, ma quello che si distingue di più in questi giorni è Pino Aprile, il direttore del settimanale Gente del gruppo Hachette Rusconi. Leggete un po' in quale spericolato equilibrismo si getta per giustificare l'uscita del suo giornale nonostante lo sciopero dei giornalisti della settimana scorsa (nei giorni in cui si chiudeva il numero in edicola da giovedì):
"Questo numero di Gente _ recita un breve comunicato pubblicato a pagina 18 _ è in edicola nonostante lo sciopero indetto dalla Federazione della Stampa, dopo la rottura delle trattative per il contratto di categoria con la Federazione editori. La maggioranza dei giornalisti di Gente ha scioperato. Io ho deciso di farlo uscire lo stesso: delle edicole vuote, qualcuno avrebbe potuto approfittare. E' il compito del direttore è mantenere ininterrotto il dialogo con i lettori. Per non far danno al giornale ma segnare ugualmente la durezza della vertenza, ho tolto a questo numero di Gente 32 pagine, quasi tutte di pubblicità. Gli editori non perdono soldi solo quando il giornale non esce, ma anche quando sono privati di una delle principali fonti di reddito".
E bravo Aprile: fai il crumiro, però ti autoassolvi come salvatore della patria. La tua categoria rimane alla larga dalle redazioni, e quindi perde giornate di lavoro non retribuite, invece tu lavori (pagato, immagino) per mentenere "ininterrotto il dialogo con i lettori" e per evitare il vuoto nelle edicole: "qualcuno avrebbe potuto approfittarne" (quindi lo hai fatto tu: non fa una grinza).
Però esci con un numero ridotto, 32 pagine in meno: la settimana scorsa Gente aveva 182 pagine, questo numero ne conta 138 (ma come? 182-138 fa 44....). Ma quelle in meno "sono quasi (quasi?) tutte di pubblicità". Delle 138 pagine in edicola 46 sono completamente dedicate alla pubblicità (compresa la copertina) e non conto le mezze pagine. Non è che quelle 32 (o 44) in meno le hai tolte semplicemente perchè non avevi un numero sufficiente di redattori per farle? Sai, è solo un dubbio. E quelle 46 pagine di pubblicità, più le copie vendute, siamo così sicuri che non procurino ugualmente un guadagno accettabile all'editore? In fin dei conti non paga gli stipendi dei giornalisti rimasti a casa, però ci guadagna lo stesso dalla pubblicità e della copie vendute. I lettori, come sai, non hanno fatto nessuno sciopero. Tutta la categoria, grata, ti ringrazia per il tuo sacrificio.
"Questo numero di Gente _ recita un breve comunicato pubblicato a pagina 18 _ è in edicola nonostante lo sciopero indetto dalla Federazione della Stampa, dopo la rottura delle trattative per il contratto di categoria con la Federazione editori. La maggioranza dei giornalisti di Gente ha scioperato. Io ho deciso di farlo uscire lo stesso: delle edicole vuote, qualcuno avrebbe potuto approfittare. E' il compito del direttore è mantenere ininterrotto il dialogo con i lettori. Per non far danno al giornale ma segnare ugualmente la durezza della vertenza, ho tolto a questo numero di Gente 32 pagine, quasi tutte di pubblicità. Gli editori non perdono soldi solo quando il giornale non esce, ma anche quando sono privati di una delle principali fonti di reddito".
E bravo Aprile: fai il crumiro, però ti autoassolvi come salvatore della patria. La tua categoria rimane alla larga dalle redazioni, e quindi perde giornate di lavoro non retribuite, invece tu lavori (pagato, immagino) per mentenere "ininterrotto il dialogo con i lettori" e per evitare il vuoto nelle edicole: "qualcuno avrebbe potuto approfittarne" (quindi lo hai fatto tu: non fa una grinza).
Però esci con un numero ridotto, 32 pagine in meno: la settimana scorsa Gente aveva 182 pagine, questo numero ne conta 138 (ma come? 182-138 fa 44....). Ma quelle in meno "sono quasi (quasi?) tutte di pubblicità". Delle 138 pagine in edicola 46 sono completamente dedicate alla pubblicità (compresa la copertina) e non conto le mezze pagine. Non è che quelle 32 (o 44) in meno le hai tolte semplicemente perchè non avevi un numero sufficiente di redattori per farle? Sai, è solo un dubbio. E quelle 46 pagine di pubblicità, più le copie vendute, siamo così sicuri che non procurino ugualmente un guadagno accettabile all'editore? In fin dei conti non paga gli stipendi dei giornalisti rimasti a casa, però ci guadagna lo stesso dalla pubblicità e della copie vendute. I lettori, come sai, non hanno fatto nessuno sciopero. Tutta la categoria, grata, ti ringrazia per il tuo sacrificio.
3 Comments:
Ho talmente condiviso le tue ragioni che ti ho ripreso su Reporters :-))
Anche se in ritardo cerco di arricchire l´argomento con un´altra testimonianza.
Nella stessa settimana dello sciopero in questione é uscito un altro settimanale, il mondadoriano Chi (Bucaniere confessalo pure, Gente lo compri tu e non tua madre cosí come io compro Chi ;-) ).
Nell´editoriale il direttore Umberto Brindani tra l´altro scrive: "Nel nostro settore la concorrenza é crescente e particolarmente agguerrita, talvolta poco leale e condotta con metodi che ricordano da vicino la ´sindrome cinese´ che sta colpendo un po´ tutta l´economia italiana... Chi é un giornale sano e di successo, con le vendite in aumento. E non ho intenzione che di lasciare che questo patrimonio comune venga messo a rischio".
Altro che motivazioni sindacali o, peggio, ideologiche: é il mercato, bellezza, ci fa sapere Brindani.
Da tenere conto che in quella stessa settimana é arrivato in tutte le edicole "Diva e donna", il nuovo settimanale femminile di Cairo Editore firmato da Silvana Giacobini, che guarda caso, dopo aver portato a successo proprio la rivista Chi, ora in casa Mondadori é vista come il diavolo. Quindi guerra vera e propria tra i settimanali, altro che rivolte sindacali.
Non amo gli scioperi a senso unico, ma nemmeno l´ipocrisia.
Almeno Brindani, il predecessore di Aprile a Gente, è stato sincero: non fa sciopero per continuare a vendere. Condivisibile o meno, la sua posizione è chiara e non cerca scuse più o meno credibili come Aprile.
Ps: mia mamma compra anche Chi, ma io preferisco Gente...:-))
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