sabato, febbraio 19, 2005

BADA ALLA BADANTE

Da qualche mese sembra la principale occupazione dei vigili di Treviso: tormentare le bandanti che lavorano, numerose, in città. In genere si tratta di donne di mezza età arrivate nella Marca dalla Polonia, dalla Russia, dalla Lettonia e dall'Europa dell'Est più in generale. In alcuni giorni della settimana si ritrovano nei giardinetti attorno alle Mura oppure in centro per parlare, discutere, scambiarsi opinioni, raccogliere soldi o materiale da spedire a casa. Tutte operazioni innocenti, che ognuno di noi ha il diritto di fare. Ma per la Polizia Municipale non è così. Le badanti vengono prese costantemente di mira. Ogni volta che si incontrano trovano un viglie pronto a controllare documenti, indagare, verificare che non si tratti di "persone pericolose". Questo, del resto, è quello che vogliono gli amministratori, spaventati da chissà cosa. A Gentilini forse mancano i bei tempi in cui nei giardinetti si ritrovano ad ogni ora del giorno marocchini, albanesi, ghanesi. I bei tempi delle polemiche sulle panchine, dei "carri piombati" del "correre dietro le gazzelle nella savana" (per chi non si ricorda, tutte frasi dell'ineffabile Genty). Ora ci sono le badanti. Poco tempo fa l'ex comandante della Polizia Municipale di Treviso, che con Gentilini ha lavorato per nove anni, mi ha detto: "Ti rendi conto? Una volta ci chiedevano di liberare gli edifici disabitati occupati dagli extracomunitari, ora i vigili se la devono prendere con le badanti. Ma per quale motivo? Cosa avranno mai fatto queste signore? Tormentandole così forse le aiutano?". La risposta a chi è più saggio di me.