giovedì, luglio 21, 2005

PANICO O INFORMAZIONE?

Questo è una della tante e-mail arrivate al sito di Repubblica dopo le esplosioni di oggi a Londra. Mi è sembrata interessante per due motivi: perchè è comunque una testimonianza diretta e perchè critica una certa tendenza al catastrofismo tipico della stampa italiana, di tutta la stampa italiana ("nessuno si senta escluso..." per dirla alla De Gregori).
Siamo sicuri che la buona informazione si faccia proprio così? La mia non vuole essere una provocazione, semmai uno spunto per aprire un dibattito.
"Tra un'isola e l'altra..." è a disposizione.

Niente panico, la polizia procede con cautela

Smettetela di creare panico, e non lo dico solo alla redazione di Repubblica. it, ma anche a chi scrive da Londra. Risiedo in East London, una delle laterali di Colombia road, accanto a dove il bus è parcheggiato e cordonato, la situazione è sotto controllo anche nelle tre stazioni. Si parla di "dummy bombs" con solo detonatori ma non esplosivo. Non ci sono né morti e né feriti e nessuna agenzia di stampa ha confermato la sparatoria che voi schiaffate nei titoloni.. Avete idea del terrore che causate ai nostri famigliari in Italia? Che
magari hanno accesso al vostro sito e basta e non possono consultare altre fonti? La polizia sta procedendo con la solita cautela, evacuando e interdicendo zone e palazzi, ovviamente viene detto di non abbandonare il proprio building etc. Ma ciò non significa che stia scoppiando la terza guerra mondiale.. siamo più al sicuro qua che a Bagdad!
Emilia Marinig

5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Per quanto mi riguarda la signora Emilia sfonda una porta aperta. È da tempo che dico che i giornali sono sempre più drogati, ma c'è anche l'altra faccia della medaglia: dalle vendite, a parte qualche eccezione, pare che siano pochi i lettori come la signora Emilia. Altrimenti, soltanto per fare un esempio, Libero non potrebbe essere un giornale in crescita.

3:25 AM  
Anonymous Anonimo said...

Penso che la questione sia davvero delicata e per niente semplice da dirimere. a dire il vero, sembra una vecchia domanda che gli uomini si pongono da sempre. ricordo per esempio l'antica filosofica domanda: è nato prima l'uovo o prima la gallina? o meglio: nascono prima le notizie a tinte forti o i lettori 'affamati' di tali notizie? credo che né l'uno né l'altro possano sussistere da soli. a quanto pare gli uni sono lo specchio delle altre. io penso che quando gli uomini avranno imparato a privilegiare altri valori e a dar fiducia a chi promette - e poi crea con i fatti e non con i bla bla - una società fondata sul rispetto, l'armonia e la giustizia, allora anche le notizie cambieranno. gli uomini lo pretenderanno di conseguenza. qualcuno potrebbe dirmi: già, i soliti discorsi, in attesa di un futuro migliore che mai verrà, visto l'andazzo generale. io non sarei così pessimista: intanto si può cominciare da qualche parte, dalla nostra parte. non siamo al fianco di bush per dargli qualche randellata di tanto in tanto, ma siamo in mezzo alla gente, da dove un giorno usciranno i nuovi dirigenti e governanti. così chi di noi aspira a una società più equa e pacifica può testimoniarlo nel suo piccolo grande mondo ogni giorno, anche in sordina, tra le persone. verrà un momento in cui ci sarà bisogno di tirare fuori queste aspirazioni e tenerle vive, perché tanti avranno perso la fiducia e l'ottimismo, come già si percepisce in questi ultimi tempi. utopia? la storia insegna che a cambiare il mondo sono sempre stati un manipolo di uomini, sia nel bene che nel male. spetta a noi decidere da che parte stare. by campanellino

12:15 PM  
Blogger bucaniere said...

Alla luce di quanto sta accadendo a Londra, questa mattina la polizia ha ucciso un probabile kamikaze prima che si infilasse nella metro, mi chiedo se i toni usati dai giornali non siano in fondo giusti. Rimane però, secondo me, la brutta abitudine di "pompare" i titoli anche quando non serve (a volte, invece, serve).
Infine, un'ultima considerazione: il giornale rimane un prodotto da vendere e chi lo vende meglio ha sempre ragione.

5:19 PM  
Anonymous Anonimo said...

>il giornale rimane un prodotto da vendere e chi lo vende meglio ha sempre ragione.

Conclusione falsa e, siccome sei una persona intelligente, non occorre che ti spieghi perché. Ti è scappata, come qualche volta e inevitabilmente scappa a tutti di ripetere qualche luogo comune. La conclusione giusta sarebbe dovuta essere: "e chi lo vende meglio ha più successo".

Il solito rompi, eh? ;-))

1:56 AM  
Blogger bucaniere said...

Considerando la carriera che fanno certi capi che non sono così sicuro che "chi lo vende meglio ha più successo".
Rimango, e la cosa mi rattrista, dell'idea che vende di più ha (purtroppo) sempre ragione. Vorrei pensarla come te, ma mi viene difficile.

2:04 AM  

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