MISCHIARE BENE
Com'è passare dall'altra parte delle scrivania? Ha pregi e difetti. Per uno abituato a stare tutto il giorno in giro per la città, o attaccato al telefono, a cercare notizie è un bel salto. Certo, è un'esperienza che ho già provato, ma per brevi periodi e in contesti molto diversi.
La prospettiva cambia del tutto. Quello che adesso mi viene richiesto non è tanto trovare le notizie ma coordinare chi va in giro a cercarle. Facile? Per niente. E su questo devo dare ragione al mio ex caporedattore che mi ripeteva spesso: "Guarda che da questa parte è peggio". Peggio forse no, non esageriamo: vogliamo mettere la comodità di avere una scrivania, un computer, un telefono tutto" a gratis" senza l'incubo della bolletta? Per non parlare poi dello stipendio sicuro ogni mese, i contributi, le agevolazioni ecc. ecc.
Di certo però non è facile: responsabilità su pagine, titoli, scelta delle notizie e delle foto. E poi: dire ogni mattina a tizio e caio cosa devono fare, indirizzarli verso la notizia giusta, secegliere le aperture, i primi piani, i fatti del giorno, trovare spunti, tentare di prevenire la concorrenza (impresa improba vista la qualità e la professionalità della concorrenza in questa città), farsi venire un'idea in più, mantenere vivi i contatti che di te si fidano ma dei nuovi cronisti non ancora, tenere sotto controllo le agenzie (dannate agenzie: sbagli la parola chiave e perdi il notizione del giorno. Ma da oggi non mi fregate più....), rispondere al telefono, fare i grafici. E ancora: le riunioni convocate all'improvviso quando le pagine sono tutte aperte ("bisogna decidere la prima...") e quella della mattina in cui dovresti arrivare almeno con un'apertura per pagina ma che se ci arrivi anche solo con una "spalla" o con un "taglietto" benedici il cielo, il format che non funziona, i pezzi che alle nove e mezza di sera ancora non sono arrivati, i richiami da fare (maledetto "tre minuti"...), l'orologio che corre e l'ora della chiusura che sembra arrivare ogni giorno prima (ma chissà perchè poi finisci di lavorare ogni giorno più tardi).
Senza contare gli aspetti spiacevoli come riprendere un collaboratore che ha bucato la notizia (ma perchè non vi leggete gli albi? E' così facile, basta poco e saremmo tutti felici e contenti), cosa che odio fare perchè fino a due mesi fa al loro posto c'ero io e so bene cosa si prova. Però è anche giusto farlo altrimenti non si impara mai: ma nei panni di "maestro" non mi ci vedo proprio, io che ho ancora da imparare praticamente da tutti...
Ora, mischiate assieme tutto questo e avrete una cosa: la professione che mi sono scelto e il primo mese del mio nuovo lavoro. Alla prossima.
La prospettiva cambia del tutto. Quello che adesso mi viene richiesto non è tanto trovare le notizie ma coordinare chi va in giro a cercarle. Facile? Per niente. E su questo devo dare ragione al mio ex caporedattore che mi ripeteva spesso: "Guarda che da questa parte è peggio". Peggio forse no, non esageriamo: vogliamo mettere la comodità di avere una scrivania, un computer, un telefono tutto" a gratis" senza l'incubo della bolletta? Per non parlare poi dello stipendio sicuro ogni mese, i contributi, le agevolazioni ecc. ecc.
Di certo però non è facile: responsabilità su pagine, titoli, scelta delle notizie e delle foto. E poi: dire ogni mattina a tizio e caio cosa devono fare, indirizzarli verso la notizia giusta, secegliere le aperture, i primi piani, i fatti del giorno, trovare spunti, tentare di prevenire la concorrenza (impresa improba vista la qualità e la professionalità della concorrenza in questa città), farsi venire un'idea in più, mantenere vivi i contatti che di te si fidano ma dei nuovi cronisti non ancora, tenere sotto controllo le agenzie (dannate agenzie: sbagli la parola chiave e perdi il notizione del giorno. Ma da oggi non mi fregate più....), rispondere al telefono, fare i grafici. E ancora: le riunioni convocate all'improvviso quando le pagine sono tutte aperte ("bisogna decidere la prima...") e quella della mattina in cui dovresti arrivare almeno con un'apertura per pagina ma che se ci arrivi anche solo con una "spalla" o con un "taglietto" benedici il cielo, il format che non funziona, i pezzi che alle nove e mezza di sera ancora non sono arrivati, i richiami da fare (maledetto "tre minuti"...), l'orologio che corre e l'ora della chiusura che sembra arrivare ogni giorno prima (ma chissà perchè poi finisci di lavorare ogni giorno più tardi).
Senza contare gli aspetti spiacevoli come riprendere un collaboratore che ha bucato la notizia (ma perchè non vi leggete gli albi? E' così facile, basta poco e saremmo tutti felici e contenti), cosa che odio fare perchè fino a due mesi fa al loro posto c'ero io e so bene cosa si prova. Però è anche giusto farlo altrimenti non si impara mai: ma nei panni di "maestro" non mi ci vedo proprio, io che ho ancora da imparare praticamente da tutti...
Ora, mischiate assieme tutto questo e avrete una cosa: la professione che mi sono scelto e il primo mese del mio nuovo lavoro. Alla prossima.