giovedì, settembre 29, 2005

KAKA' E L'ORSO POULSEN

Povero Kakà. Il signorino, grande talento e e uomo di sani principi, educato, leale e corretto (chiedere a Buffon che ancora porta i segni di una sua "signorile" entrata e che per questo non potrà giocare fino a gennaio...) è stato maltrattato da quel cattivaccio di Poulsen. Povero Kakà, per 90' minuti ha dovuto subire il difensore danese che, guarda un po', si è permesso di marcarlo cioè di fare il suo mestiere di difensore. Povero Kakà. L'organo ufficiale del Milan, la Gazzetta dello Sport, ne ha preso le difese condannando il cattivaccio Poulsen, l'orco cattivo dalla faccia d'angelo. L'ha fatto perchè si è permesso di essere un po' rude, di aver usato braccia, gambe e grinta contro un attaccante avversario. Ma questo non è un comportamento sportivo! Soprattutto quando si incontra il Milan. Ci vuole rispetto per i rossoneri, bisogna lasciarli fare, altrimenti si offendono, non giocano più e si portano pure a casa il pallone. Mica vorrete giocare al calcio con loro, vero? No: bisogna ammirarli estasiati, questo sì che è consentito. Povere ballerine le loro gambe costano, Berlusconi ci tiene, il loro gioco fatto di tic-toc non sopporta avversari troppo aggressivi. Kakà poi, povero figlio, è fragile, va aiutato e capito. Non maltrattato.
Quindi: al patibolo Poulsen, difensore che difende. Quello che ormai Maldini, Nesta, Stam, Cafù e via elencando non fanno più da tempo....

martedì, settembre 27, 2005

I COMUNISTI NELLE FICTION

Non mi interessa entrare nella polemica sollevata dal ministro Landolfi (immagino già il suo sospiro di sollievo....), però esprimo un giudizio: la sua è una polemica semplicemente stupida. Ma questo è il livello dei nostri ministri.

Da Repubblica.it: "Mario Landolfi, ministro delle Comunicazioni, attacca la Rai: «C’è una fiction, e mi riferisco a Montalbano e perfino al Grande Torino, trasuda comunismo. È un fatto sotto gli occhi di tutti, ho ricevuto molte lettere di protesta al ministero... Montalbano diventa sensibile alle proteste dei no-global e il più fiero accusatore della polizia, invece nel Grande Torino c’è il pretesto per far passare i comunisti come vittime della società quando invece parliamo di un partito che, nella sua storia, ha preso ordini e denaro da una potenza straniera... Si sta rafforzando una vulgata storica che il Pci ha proposto all’Italia e che la Rai ha fatto sua.»".

lunedì, settembre 26, 2005

GENTY Vs GALLIANI

Ebbene sì, ancora una volta ci siamo fatti riconoscere.
Stadio Euganeo di Padova, palcoscenico dei peggiori incubi dei tifosi trevigiani, 41' del primo tempo: Kakà libera Gilardino in area, Zancopè lo affronta in uscita e l'attaccante plana a terra. Rigore. Proteste in campo, proteste in tribuna. E che proteste. Il vince sindaco Giancarlo Gentilini scatta in piedi, viso rosso dalla rabbia, sciarpa del Treviso legata in vita e sbraita: "ladri, ladri!". Si gira verso la parte alta delle tribuna d'onore, pochi seggiolini più sopra, e punta l'indice accusatorio contro Adriano Galliani al solito con la cravatta gialla portafortuna (ma dopo Istanbul non l'ha bruciata? Mah...). Genty è un furia, continua a sbraitare contro il presidente di Lega e vice presidente del Milani: "Ladri! Tutti ladri! Ostia can! ladri!". E' lui il capo popolo che si trascina dietro una serie di facinorosi (tra i quali, purtroppo, riconosco anche un mio professore dei tempi del liceo da anni in pensione...). Il coro "ladri, ladri" si alza alto. Galliani ghigna. Accanto a lui, Braida, manda platealmente Gentilini a quel paese. All'improvviso vedo scattare come un fulmine un giornalista sportivo piuttosto noto, uno di quelli che ogni settimana anima il circo del "Processo di Biscardi". E' Franco Ordine del Giornale. Evidentemente nel clima di rissa da osteria si trova a suo agio. Schizza verso Gentilini esclamando "Criminale!". L'apoteosi. Non arriva nemmeno nelle vicinanze di Genty, che intanto non smette di urlare come un ossesso, bloccato, meglio placato, da un paio di colleghi e da un plotoncino di maschere che tenta di riportare la calma. Ritorna indietro, si ferma davanti a me e sbotta: "Ma questo è un pazzo! Queste sceneggiate le può fare in consiglio comunale, non in uno stadio" (domanda: perchè in un consiglio comunale sì e allo stadio no? Boh). Avvistato anche un vice questore trevigiano nel timido tentativo di controllare la situazione. Poi Sheva segna e il marasma, lentamente, si placa.
La partita? Quale partita? A quel punto il meglio era già avvenuto. Una scena del genere vale dieci finali di Campionati del Mondo, garantito...

sabato, settembre 24, 2005

CONFRONTI

Panchine a confronto.
Treviso: Handanovic, Dellafiore, Lorenzi, Chiappara, Muntasser, Reginaldo, Acquafresca.
Milan: Kalac, Costacurta, Stam, Ambrosini, Seedorf, Kaka, Shevchenko.
Occorre passare ai titolari?
Ma ha senso un calcio così, con queste disparità? Dove il solo Sheva, dato in panchina, vale il doppio o il triplo o il quintuplo di tutta la rosa del Treviso messa assieme? Ma dai...

venerdì, settembre 23, 2005

MARCELO ANCORA IN BIANCOVERDE

Marcelo Nicola, 34 anni, ritorna ad indossare il biancoverde, ma quello di Siena. Il grande argentino, bandiera della Benetton per tanti anni e idolo di tutto il Palaverde, ha firmato un contratto con i toscani e da sabato si aggregherà alla squadra. Io gli mando un grosso in bocca al lupo: è un grande campione che ha ancora qualcosa da dare e a Treviso l'avrei visto bene. Ma tant'è. Adesso spero solo che qualche tifoso trevigiano non tiri fuori la storia del tradimento, sarebbe davvero fuori luogo.

mercoledì, settembre 21, 2005

ADDIO A WIESENTHAL

Penso che sia giusto ricordarlo anche in questo piccolo blog: all'eta di 96 anni è morto Simon Wiesenthal, fondatore dell'omonima fondazione con sede a Vienna che per decenni ha mantenuto vivo il ricordo dell'Olocausto. Wiesenthal è stato un grande "cacciatore" di criminali nazisti. Nel dopo guerra ne ha fatti processare e condannare più di mille. Deportato in un campo di concentramento e sopravvissuto ai suoi orrori, ha voluto portare avanti una missione: ravvivare la memoria di quei tremendi misfatti nell'ingenua speranza che le lezioni della storia potessero servire a non ripetere più gli stessi errori.
Un'altra sua grande battaglia è stata quella contro chi ha tentato, e sono stati tanti, di rileggere la storia recente dell'Europa trascurando le pagine più tragiche, anzi negandole. I suoi nemici erano i revisionisti dell'ultima ora, quelli che rinnegano l'Ololocausto e le sue tragedie, gli alfieri di una estrema destra strisciante e pericolosa ancora convinta che la purezza della razza sia un valore e che i "diversi" vadano combatuti.
E 'morto un personaggio unico. Ricco forse di contraddizioni, ma carismatico, pulito. Uscito dal nulla, ma capace di ritagliarsi un posto nella storia con la "S" maiuscola.

SI DICE CHE....

Rimaniamo in tema con il post di qui sotto. Si dice che un noto e insospettabile personaggio della nostra provincia si stia prodigando da mesi a favore di una vedova malata di Aids e madre di tre figli. La donna avrebbe contratto il virus dal marito che, a sua volta, sarebbe stato contagiato da una prostituta. Alla fine l'uomo è morto lasciando la sua famiglia in grandi difficoltà. Una storia tristissima. Si dice che questo personaggio si sia accollato l'affitto dell'appartamento in cui vivono la donna e i figli. E non lo dice a nessuno, mai.

L'ASTA DI DIDA

Su Ebay si sta consumando un'asta molto curiosa: una sera a cena con Dida, portiere del Milan. Le offerte pervenute sono già molte, c'è chi è disposto a pagare oltre 700 euro. Questione di gusti. Dida si è prestato a questa iniziativa per un fine meritevole, raccogliere fondi da destinare ud un progetto benefico. Tutto bene? A parer mio no. E' ora di finirla di incensare questi uomini di sport o di spettacolo che si mettono in mostra facendo del bene. Dida (o una qualsiasi altra star del pallone) vuole raccogliere fondi per un progetto benefico? Ottimo, cominci col devolvere il 10% del suo stipendio mensile e, in 2-3 mesi, potrà costruire una scuola in Africa o un ospedale in Sudamerica senza troppa pubblicità e senza ridicole aste.

sabato, settembre 17, 2005

GIAPPONE SEDUTO E ITALIA IN PIEDI

Da Repubblica.it: "Gli Stati Uniti auspicano un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il Giappone e vogliono "che i paesi in via di sviluppo siano meglio rappresentati": lo ha detto oggi all'Onu il segretario di Stato americano Condoleezza Rice".

Qualcuno ha notizie dell'illustrissimo presidente del consiglio, in arte Silvio Berlusconi, che da anni le prova tutte per ottenere un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza compreso fare lo zerbino di giorgino Bush?

VERI JUVENTINI

Un frugolo, un pupetto di due-tre anni, gira per la redazione dando la mano al suo papà accesissimo tifoso juventino. Il bimbo ha in mano un portachiavi a forma di pallone da rugby regalo di un collega che dire fanatico della palla ovale è poco. "Ricordati, quella è la forma giusta di un pallone", gli dice. Il pupo, ovviamente, non capisce e continua a guardarsi attorno un po' stupito. Io faccio al papà: "Guarda che deve diventare un grande juventino". E il padre orgoglioso: "Non ti preoccupare, senti qua: Milan, Milan, va fan....". E il pupo, con una bellissima vocina, esprime la sua prima parola da quandi si è messo a gironzolare per le scrivanie. Ovviamente la parola è quella giusta....

venerdì, settembre 16, 2005

STILE TRIESTINA

Sul sito della Triestina, società più che mai sotto i riflettori dell'opinione pubblica per via del suo vulcanico presidente, si trovano le regole dello "Stile Triestina". A parte alcuni punti che lasciano un po' perplessi del tipo "una sana alimentazione" e sperimentare "nuove tecniche mediche" (del resto il presidente è fissato con la dieta macrobiotica e le terapie alternative), alla fine si legge questa massima riassuntiva:

L’importante non è vincere.

L’importante è competere

senza perdere né pareggiare

rispettando l’avversario.

Ricapitolando: l'importante non è vincere, ma competere senza perdere nè pareggiare. Vado in confusione.... (grazie a Nietzsche per la segnalazione)

BRUTTA ARIA PER DEL PIERO

Brutta aria sul Del Piero, capitano in disgrazia della Juventus. Oggi Lapo Elkan ha dichiarato questo (dal sito di Sportitalia):

"Del Piero è un lusso che non ci possiamo permettere". Così Lapo Elkan, erede del clan Agnelli. Uno sfogo a cui risponde Emerson "Alex fa parte di un gruppo in cui tutti i giocatori hanno lo stesso valore". Il capitano bianconero guadagna 5 milioni di euro a stagione, con un contratto che scade nel 2008.

Vada per la difesa d'ufficio di Emerson ma, a quanto sembra, le pedine sono in movimento. Tra un po' saluteremo Alex? Non lo so. Per quel che mi riguarda può anche rimanere e fare il rincalzo di lusso alla super coppia d'attacco Ibra-Trezegol. Ma, sia chiaro: nessuno tocchi quei due! E nemmeno gli altri due: Emerson-Viera (e molti altri). Sul Del Piero si può anche discutere.

VOLLEY IN LUTTO

Lutto nel mondo del volley: in un incidente stradale è morto il centrale polacco Arkadiusz Golas, 24 anni, nella scorsa stagione in forza all'Edilbasso Padova e da poco ingaggiato da Macerata. Da Gazzetta.it:

"Tragica notizia per la pallavolo e per Macerata. Stamattina è morto Arkadiusz Golas, centrale polacco ingaggiato quest'anno dalla Lube. Golas è rimasto coinvolto in Austria in un incidente stradale mentre si recava proprio a Macerata per unirsi alla squadra. Nato 24 anni fa a Przasnysz, nella passata stagione Golas aveva indossato la maglia dell'Edilbasso Padova e la scorsa settimana aveva partecipato a Roma, con la Nazionale polacca, agli Europei di pallavolo".

VERI AMICI

Post strettamente personale: auguri ad Alberto e Agnese. Oggi, anzi ieri vista l'ora, si sono sposati, hanno convolato. Sono due tra i miei più cari amici. Alberto, professore di lettere al liceo classico, lo conosco da quando avevo 17 anni. Io studente, lui professore alle prime armi ma in un'altra sezione. Un giorno me lo vedo arrivare in classe, forse per una supplenza o forse perchè passava solo di lì, ormai non ricordo più. Mi ricordo perfettamente però come era vestito, in maniera molto particolare: camicia in flanella, cravattino tirolese e pantaloni di velluto. "Ma questo chi è?", la prima cosa che mi è venuta in mente. Al liceo, in breve tempo, ha spopolato. Del resto era l'unico prof. giovane in mezzo ad una serie di mummie da non dire. Attraverso comuni conoscenze siamo diventati ben presto amici e non ci siamo persi di vista nemmeno dopo la scuola.
Memorabili alcune serate a casa sua: grandi adunate, grandi mangiate e bevute magistrali rigorosamente a base di birra fatta in casa. Alcune sono tra i miei ricordi preferiti. Con lui poi ho scoperto che la Germania non è un paese senza qualità, soprattutto a tavola. Da grande cuoco, ci ha preparato (e ci prepara) delle prelibatezze sorprendenti. Ancora oggi ogni suo invito rappresenta un giorno speciale da segnare sul calendario. Abbiamo fatto anche qualche bel viaggio eno-gastronomo-culturale. Dove? In Germania, ovviamente.
Io e la mia dolce metà siamo stati tra i primi (se non i primi) a sapere della sua storia con Agnese, arrivata quando ormai eravamo tutti convinti che sarebbe rimasto sempre uno scapolone irremovibile. E invece... Oggi, anzi ieri, è capitolato. E noi, io e la mia dolce metà, eravamo lì ed eravamo contenti di esserci. Di gente dei tempi del liceo ce n'era poca, evidentemente certe amicizie erano più legate alla cucina che alla persona. Mi sono guardato attorno con un misto di malinconia e soddisfazione.
Ancora auguri Alberto, ancora auguri Agnese.

TRIESTINA: INTERVISTE A PAGAMENTO

Nuova uscita del vulcanico presidente della Triestina Tonellotto. Dopo aver lincenziato la coppia di allenatori Calori-Buffoni e aver deciso che la formazione è una cosa di competenza solo sua - "Io pago e io decido" - adesso ha introdotto le interviste a pagamento.
Volete intervistare il presidente o un tesserato alabardato? Bene, sganciate.
Domanda: Quanto impiegherà la Triestina ad uscire dalla cronache sportive italiane per venire trattata solo come un fatto di costume o come la "macchietta" del calcio professionistico?

giovedì, settembre 15, 2005

I PRIMATI DELLA LEGA

Leonardo Muraro, presidente della Provincia, durante il suo comizio alla Festa Padana della settimana scorsa: "I nostri ministri leghisti, con le loro scelte, ci hanno fatto diventare dei primati in Europa.".

Sante parole....

martedì, settembre 13, 2005

GAZZETTINO: CINEMA, CHE PASSIONE!

Domanda: Ma al Gazzettino, fascicolo Nordest, la "passano" mai la pagina "La Locandina", quella dedicata ai film in programmazione nei cinema veneti e friulani? A leggerla non si direbbe. Vada per gli orari dei film, quelli ci sono e sono giusti. La cosa preoccupante, per modo dire, è invece la rubrica in "in sala" a cura di Giuseppe Ghigi (scritto pure in grassetto) dedicata a brevi recensioni. Da mesi, e anche nel numero di oggi, ci sono sempre gli stessi film. Insomma la stagione cinematografica è ricominciata da un bel po', in giro ci sono anche le pellicole proiettate alla Mostra del Cinema. E invece cosa ci propone il buon Ghigi? Le recensioni di: Che pasticcio Bridget Jones (uscito più di un anno fa e proiettato ormai perfino nella seconda classe dei voli di linea), Alexander (disponibile da mesi in Dvd), The Aviator (uscito tra aprile e maggio e ora pure lui in Dvd), Bluberry, La terra dei morti viventi, La guerra dei modi e Batman Begins che hanno spopolato nelle sale, ma a giugno.
Che sia il caso di aggiornare la lista?

TREVISO CALCIO 2

Il Treviso ha zero punti in classifica, zero gol fatti e quattro subiti (almeno tre per colpa del portiere-fenomeno che ci ritroviamo) e poco meno di cinquemila spettatori al seguito. Non sono certo numeri di cui andare fieri. La società, secondo la mia umile opinione, dovrebbe allora salvare il salvabile e sfruttare meglio la grande avventura della serie A, la prima della sua storia. Dovrebbe dare il via ad una sorta di "operazione simpatia", a prescindere dai risultati. Basterebbe poco. Le partite casalinghe si fanno a Padova? Bene, allora i trevigiani possono vedere il loro Treviso quando si allena, tutte le volte che vogliono. Non sarà come andare alla partita, ma almeno avrebbero l'occasione di stare vicino ai loro giocatori. La società potrebbe facilitare questi contatti, magari facendo allenare la squadra sempre al Tenni, così almeno lo si utilizza un po' oltre ad essere molto più facile da raggiungere.
I giocatori poi potrebbero andare un po' in giro (facciamo i banali: nelle scuole?), partecipare ad eventi, invitare di persona i tifosi allo stadio. Per non parlare dei giornalisti, che dovrebbero essere letteralmente tirati per i capelli dagli addetti stampa (anzi, addette) per realizzare interviste, speciali, approfondimenti. Dovrebbero essere invogliati a scrivere e a interessarsi di una squadra che, siamo onesti, non passerà alla storia per aver disputato un campionato strepitoso. Forse in via Foscolo dovrebbero lavorare più sull'immagine a livello locale e lasciare perdere le chimere dei giornali nazionali, per cui Treviso è la macchietta buona per i pezzi di "colore" e poco altro (leggetevi sulla Gazzetta di domenica la presentazione della partita con il Livorno, sembra la sceneggiatura di un fumetto Disney).
Invece sapete cosa succede? L'esatto contrario. Prendete quello che ho scritto sopra e rovesciatelo. Avrete l'esatta situazione di quello che accade al Treviso oggi. L'unica cosa che rimane immutata sono i risultati, quelli sì davvero penosi. Ma non meno dei dirigenti con la puzza sotto il naso (prendiamo Gardini e guardiamo il suo curriculum: con lui il Padova è fallito, il Treviso è già retrocesso una volta in C1 e alla Lazio l'hanno mandato via dopo un anno. E si crede Moggi...) e degli addetti (anzi addette, anzi: addetta) stampa abilissimi nel disseminare trappole per i colleghi giornalisti. E i tifosi: che non disturbino! Fuori dagli allenamenti, altrimenti i ragazzi si deconcentrano e poi la domenica non redono....

TREVISO CALCIO 1

Lasciamo perdere il risultato, tanto quella col Livorno non sarà di certo l'ultima sconfitta. Guardiamo solo i numeri: il Treviso in serie A vale 2400 abbonamenti e 4800 paganti alla sua prima partita in casa nella massima serie. Va bene, ci mettiamo l'attenuante dello stadio a Padova, ma permettetemi di dubitare che giocando al Tenni ci sarebbe stato più pubblico. E per 4800 spettatori, e questa sarà la media fino a fine stagione (sono pronto a scommetterci), c'è chi vuole uno stadio nuovo da 15-20mila posti? Ma per chi?
Ormai mi pare chiaro come sono (siamo) i trevigiani nello sport: gli piace più praticarlo che vederlo e se proprio vogliono spendere un po' di soldi per comprarsi un biglietto, scelgono un evento di rilievo. Ecco quindi il Palverde che si riempie per le sfide di cartello del basket o per i play off (ma solo le finali) di volley o i cortei di corriere e auto che seguono il rugby quando si gioca lo scudetto. Per il calcio sarà la stessa cosa: grandi numeri (sì, anche a Padova) per Juve, Milan e Inter briciole per il resto. E per tre partite serve uno stadio nuovo? Servirebbe, forse. Ma grande come il Tenni e da un'altra parte. Forse. O forse no.
Meglio che tutto rimanga così, il nostro piccolo stadio cittadino tornerà buono il prossimo anno.... (capito la sottile allusione?)

lunedì, settembre 12, 2005

DOMENICA DI SPORT: GIOIE E DOLORI..

Domenica sportiva a due facce. La prima da dimenticare. A parte la rottura di farsi cento chilometri (50 all'andata e 50 al ritorno) per vedere la partita allo stadio di Padova, a parte il giramento di palle nel dover pagare quattro euro per il parcheggio (un furto! anzi: una rapina!), a parte il collega che ha un tempismo perfetto nel chiederti la solita banalità proprio quando c'è il gol (l'ho visto bene solo a 90° Min.... hops! lapsus. Volevo dire in "serie A" di Bonolis), a parte il fatto che sono tornato a casa alle nove di sera, a parte tutto questo: il Treviso ha pure perso una partitaccia degna della serie B più che della A. Se continua così rischiamo di ripercorrere le orme del glorioso Ancona di qualche anno fa, ricordate?
Molto meglio la seconda metà della mia domenica, quella dedicata al volley. Spettacolare la finale dell'Europeo tra Italia e Russia. Dopo un primo set giocato a mille e vinto, gli azzurri si perdono e sembrano spacciati. Errori da campionato amatoriale (giuro: neppure io sbaglio più una ricezione in palleggio come Corsano, mentre la palla caduta sotto rete senza che Mastrangelo muova un dito e con un Fei così goffo da sfiorare il ridicolo, mi ricorda mille azioni analoghe viste e riviste delle palestrine di periferia), volti tirati e i russi che all'improvviso diventano dei mostri e stravincono il secondo e terzo set con parziali umilianti.
Poi, a ennesima dimostrazione che i pallavolisti sono mentalmente instabili, tutto si rovescia. I brocchi diventano loro e i fenomeni noi. Un quarto set meraviglioso, strappato con il cuore, con gli attacchi spensierati di Cernic e i muri insuperabili di Mastrangelo. Un tie break giocato sulle ali dell'entusiasmo nella bolgia infernale del Palalottomatica stracolmo. Alla fine la vittoria, arrivata purtroppo su un errore avversario e non su un punto nostro, ma non si può volere tutto. Campioni d'Europa per la sesta volta, seconda consecutiva. Bravo Montali che, senza la Generazione dei Fenomeni, ha vinto due Europei a un argento Olimpico.
Niente male, proprio niente male. Oggi trionfa il volley.

domenica, settembre 11, 2005

TUTTO COME PRIMA....

L'estate se ne va, la temperatura cala, l'autunno si avvicina. Finite le ferie estive la vita ricomincia con i soliti ritmi e tutto ritorna come prima. E quindi: ben tornata cara, vecchia Inter, regina dei sogni estivi. Terminata la sbornia di Figo, di super Adriano, delle coppette estive finalmente ti riconosciamo. A Palermo sei tornata te stessa.

sabato, settembre 10, 2005

TURISMO SPAZIALE

Notizia pescata dal quotidiano delle Buone Notizia di Jacopo Fo:
"La Jtb, Japan Travel Bureau, agenzia di viaggi giapponese, in collaborazione con la società americana Space Adventure, dal primo ottobre offrirà i primi pacchetti vacanze spaziali. Si va da viaggi che costano 3mila dollari a viaggi che ne costano 16 milioni. Ad esempio si può andare 3 giorni sulla Luna con 8,1 milioni di euro. Con 16 milioni il viaggio nello spazio dura 2 settimane, con sosta e visita nella Stazione Spaziale Internazionale. Con 81mila si va 100 km dalla Terra".

Acutamente Fo si chiede cosa comprenderà mai il pacchetto a 3mila euro: l'obbligo di spingere l'astronave?

venerdì, settembre 09, 2005

DECLINO DI UN GRANDE GIORNALE

E' molto triste vedere quello che accade al Gazzettino in questi giorni. La proprietà e la direzione stanno riducendo a brandelli il prestigio e l'autorità di quello che da oltre cento anni è il principale giornale del nordest. Oggi, anzi ieri vista l'ora in cui scrivo, l'amministratore delegato ha preso per se un'intera pagina, normalmente dedicata alla pubblicità, per pubblicare le sue risposte alle critiche del comitato di redazione. Fax, lettere, comunicazioni interne: l'A.D non ha lesinato particolari pur di mettere in cattiva luce cdr, corpo redazionale e giustificare la sua condotta.
Ora, non voglio entrare nel merito della questione ma mi limito ad alcune osservazioni: ma ai lettori che cosa gliene frega dei rapporti tra giornalisti e azienda? Non sono cose interne che all'interno andrebbero risolte? In poche parole, i panni sporchi non andrebbero lavati in privato e non in pubblico? Ma che cosa vuole ottenere l'A.D? Mettere alla berlina i suoi giornalisti, quelli che ogni giorno confezionano il prodotto lottando contro una concorrenza sempre più feroce e guardandosi dalle coltellate alla schiena di chi dovrebbe guidarli? Ma se ha divergenze interne non è in grado di risolverle attraverso i normali canali delle civile convivenza? Oppure sotto c'è dell'altro come dimostrare non ai lettori, ma a chi lo paga che lui è nel giusto e gli altri sbagliano? (Per Nietzsche: domanda retorica, ovvio che so la risposta...).
Altra questione: ma il direttore non dice niente? In questi casi non dovrebbe avere voce in capitolo?
Infine: ma l'A.D quella pagina destinata alla pubblicità l'ha pagata di tasca sua? Almeno questo spero l'abbia fatto.

UN CAPITANO, C'E' SOLO UN CAPITANO...

Tra le tante notizie tragiche o comunque importanti di questi giorni, ne vorrei sottolineare una, sicuramente frivola e abbastanza stupidotta. Parlo della polemica tra l'ex capitano della Benetton Basket Riccardo Pittis e gli ultras trevigiani. I fatti, per sommi capi, sommi capi sono questi: in estate Pittis (ritiratosi da un anno) dice che vuole tornare a giocare ma non a Treviso, ma a Milano. In un'intervista al Corriere della Sera dichiara che Milano è stato il suo primo amore, la sua città natale, la squadra con cui ha cominciato a vincere da giovane e che adesso gli piacerebbe tornare a giocarci. Ai tifosi trevigiani queste parole non sono andate giù. Alla fine Pittis a Milano non c'è più andato ma, in questi giorni, ha chiesto alla Benetton di potersi allenare pur rimanendo fuori rosa. Per i dirigenti biancoverdi la cosa si poteva anche fare, ma non per i tifosi che ormai considerano l'ex capitano un traditore.
A questo punto mi chiedo: perchè? Ma cosa avrà mai fatto di male Pittis, cosa avrà mai detto. Voleva tornare a giocare a Milano? E allora? Basta questo per cancellare dieci anni di vittorie in biancoverde? Basta così poco per ammainare una bandiera? Sono sconcertato. Le persone cambiano, così come le squadre. Se Pittis ritiene di poter tornare sul parquet, che lo faccia pure dove gli pare. La Benetton di oggi non è più la sua, è una squadra diversa. Lui ormai appartiene alla storia della pallacanestro trevigiana, quello che ha deciso di fare dopo aver smesso la canotta biancoverde non può intaccare il passato. Che Pittis vada per la sua strada e che i tifosi trevigiani diventino un po' più maturi, adulti al punto da continuare ad ammirare un campione senza sindacare sulle sue scelte sportive.

giovedì, settembre 08, 2005

IL LEGHISTA CATALANO

Fatto accaduto qualche anno fa ad un amministratore leghista che di professione fa l'insegnante. In una gita a Parigi si è trovato a dover guidare un gruppetto scatenato di ragazzi assieme ad una collega di origine meridionale e piuttosto supponente. Tra i due non correva buon sangue e il nostro professore ha passato due giorni a subire le verve e le frecciatine dell'altezzosa donna.
Una sera, in un ristorante vicino alla Senna, la professoressa se ne esce con una filippica contro la Lega rea di voler dividere il paese con le sue manie di seccessione. "Altro che la Lega! Altro che secessione! Qui in Francia nessuno si sognerebbe mai di spaccare uno stato", esclama (forse bretoni e corsi avrebbero qualcosa da ridire, ma andiamo avanti). Poi, per dare il colpo di grazia, davanti al cameriere affonda il colpo sfoderando il suo miglior francese: "Vede questo signore? _ dice sprezzante indicando il suo collega-avversario _ E' un leghista e vuole dividere l'Italia!".
Il cameriere rimane per un attimo senza parole, poi si rivolge verso il nostro è esclama: "Tu sei leghista? Ma io sono catalano! Viva l'indipendenza dei nostri popoli! Stringiamoci la mano!".
Ancora oggi questo amministratore leghista commentà così l'episodio: "La più grande soddisfazione della mia vita".

martedì, settembre 06, 2005

BUSH, CASTRO E KATRINA

Brutto periodo per giorgino Bush. Katrina getta gli Usa tra le nazioni del Terzo Mondo e lui non riesce a fare di meglio che criticare i soccorsi, inviare l'esercito con l'ordine di sparare per uccidere per garantire la sicurezza. Nulla di concreto, insomma, per soccorrere i sopravvissuti. Ma non solo, deve anche fare i conti con il suo orgoglio davanti a notizie come questa (Repubblica.it):

"Oltre 1.500 medici cubani sono pronti a partire per il sud degli Stati Uniti per collaborare all'assistenza dei sinistrati del l'uragano Katrina ma Washington non ha ancora formalmente accettato l'offerta di aiuto del suo storico "nemico". Ieri sera, Fidel Castro ha presentato il piccolo esercito di medici in camice bianco e borsa verde con i kit per i soccorsi, al centro congressi dell'Avana. "Sono trascorse 48 ore e non abbiamo ricevuto risposta alcuna alla nostra offerta. Aspetteremo pazientemente", ha detto il presidente cubano, che ha aumentato l'offerta di aiuti: 1586 medici e 34 tonnellate di medicine".

Accetterà giorgino gli aiuto di Castro? Sono aperte le scommesse. Intanto Fidel, sotto la barba, ride.

sabato, settembre 03, 2005

LE PERLE DI ITALIA-SCOZIA

Annotazione al volo durante una pausa. Ho guardato la diretta degli inni nazionali e i primi minuti dell'incontro di calcio Scozia-Italia a Glasgow. Quanto basta per cogliere due perle degli inimitabili cronisti Rai. Prima perla: parte l'inno italiano e lo stadio lo sommerge di fischi, quasi impossibile sentire note e parole. L'ineffabile Failla: "Ci è parso di scorgere qualche fischio...". "Scorgere"?
Seconda perla: palla a Gattuso in mezzo a due scozzesi, rimpalli, la palla finisce sulla testa di Ringhio che poi viene tirato giù. Fallo. L'acuto osservatore Civoli: "Gattuso è stato atterrato mentre se ne stava andando nella sua caratteristica azione con la palla incollata alla testa...". Gattuso la foca.
Poi ho dovuto spegnere e tornare a lavorare, chissa quali altre chicche mi sono perso....

GENTILINI E LE FESSURE

"C'è questa filosofia, hai capito: le belle bambine dell'est o dell'Africa vanno in cerca di farsi sposare da qualche imbecille attempato, di quelli che hanno perso il ben dell'intelletto e sono affezionati alle fessure aeree...". Così il vice sindaco Giancarlo Gentilini (testuale) parlando di matrimoni misti tra donne straniere e uomini italiani.

E' aperto il dibattito sulle fessure aeree.

venerdì, settembre 02, 2005

LE SCARPE DI CONDOLEEZZA

Repubblica.it, oggi, riporta questa notizia:
"Mentre il Sud degli Stati Uniti annega nell'acqua dell'uragano Katrina il segretario di Stato Condoleezza Rice spende "migliaia di dollari" nel negozio di Salvatore Ferragamo a New York e viene rimbeccata da un'altra cliente che grida al suo indirizzo: "Come osa comprare scarpe quando migliaia di persone stanno morendo o hanno perso il tetto?". La Rice - riporta oggi il "Daily News" - era stata avvistata ieri nel lussuoso negozio della griffe italiana sulla Quinta Strada. La donna che ha protestato nei suoi confronti è stata prontamente allontanata".

Mi colpiscono due cose: la Rice non è stata "rimbeccata" in mezzo alla strada o al mercato, ma in uno dei più esclusivi negozi della Quinta Strada con la clientela selezionatissima (selezione naturale, del resto, visti i prezzi...). Anche quella classe medio-alta che ha sempre appoggiato l'amministrazione Bush comincia a storcere il naso, quindi. Seconda osservazione: la contestatrice è stata allontanata. Non risulta quindi che la Rice abbia almeno tentato una risposta. Per carità: lei come tutti ha il diritto di entrare in un negozio è comprarsi un paio di scarpe in tutta tranquillità. Però, in questi casi e in una situazione così difficile, prima di mandare avanti le guardie del corpo sarebbe più opportuno affrontare chi ti contesta. Scommettiamo che se le avessero chiesto un autografo non avrebbe fatto allontanare nessuno?