sabato, maggio 28, 2005

VIETATO ARRENDERSI

leggete questo, le leggende dei soldati giapponesi che ancora credono di essere in guerra con gli Usa si rivelano vere. Come la storia di due ex fanti dell'esercito imperiale riemersi dalle montagne di Mindanao, dove sono rimasti nascosti negli ultimi 60 anni convinti di essere ancora in guerra. Lo scrive Repubblica.it. Questo il testo dell'articolo:

TOKYO - Una guerra infinita. Più di 60 anni a combattere un nemico invisibile mentre il mondo cambiava e si dimenticava di loro. Dalle foreste delle montagne di Mindanao sono riemersi due ex soldati dell'esercito imperiale nipponico rimasti per sei decenni a combattere contro gli invisibili soldati americani sbarcati sulle Filippine e fino alla fine del 2004 ancora all'oscuro con ogni probabilità della pace ritornata.
La notizia si è diffusa oggi con l'arrivo di tre funzionari dell'ambasciata giapponese a Manila giunti nel porto di General Santos a Mindanao per incontrare i due vegliardi, che per ora non si sono fatti vedere. "Stiamo cercando di fare il possibile per confermare l'identità dei due ex soldati", ha detto un alto funzionario.
Se l'incredibile vicenda risulterà vera, i due ex soldati ultraottuagenari raddoppieranno il record di resistenza ad oltranza di un soldato nipponico dopo la resa del Giappone nel 15 agosto 1945. Il precedente "record" venne stabilito nel 1974 dall'ex ufficiale dei servizi di informazione dell'esercito imperiale Hiroo Onoda, emerso dalla giungla dell'isola di Lubang, sempre nelle Filippine con il fucile ancora in mano.
Per il ministero della sanità giapponese, i due vegliardi hanno un nome: Yoshio Yamakawa, 87 anni, nato a Osaka e Tsuzuki Nakauchi, 85 anni, originario della prefettura di Kochi, entrambi della 30/0 divisione dell'esercito imperiale nipponico, che agli ordini del figlio degli di Hirohito aveva conteso metro per metro le Filippine all'avanzata delle truppe americane del generale Douglas McArthur.
Nel febbraio di quest'anno, un giapponese che aveva fatto della ricerca dei resti dei commilitoni scomparsi nelle Filippine lo scopo della sua vita, aveva inviato una petizione al ministero della Sanità: "Chiedo all'onorevole ministro di fare il possibile per rimpatriare tre sopravvissuti che si nascondono nelle foreste di Mindanao" diceva la petizione. C'erano i nomi dei due, più di un loro commilitone e sodale per 60 anni, anch'egli sopravvissuto, Reichi Sakurai, 93 anni.
Le ricerche lanciate dal febbraio scorso hanno dato esito, sembra, positivo per i primi due mentre del terzo non si hanno ancora tracce sicure. " Ancora non possiamo dire nulla di certo. Finché non incontreremo i due e non li identificheremo come veri giapponesi che parlano il giapponese, non si può escludere nulla" hanno detto prudenti i funzionari dell'ambasciata che stanno attendendo in un hotel di General Santos. La zona sarebbe controllata dai guerriglieri antigovernativi musulmani e questo spiega le difficoltà della ricerca di ex soldati di una guerra ben più grande e finita da 60 anni.
Stando a rivelazioni della stampa giapponese, i due irriducibili sarebbero stati ritrovati alla fine dello scorso anno da una donna filippina sposata con un giapponese. "All'inizio non volevano saperne di tornare in Giappone - ha raccontato la donna stando ad alcuni giornali - avevano paura di finire davanti alla corte marziale per alto tradimento".

E' TORNATO IL SUPERPRESIDENTE!

Signore e signori: è tornato, più in forma che mai. Chi? Ma lui, Luca Zaia, il super presidente, anzi il presidente promosso a vice... Guardate qui sotto: sono sei comunicati pubblicati oggi sul sito della Regione Veneto, ben tre sono dedicati al vice presidente che comincia ad esternare e tagliare nastri come e più di prima. Del resta era abituato così. Come presidente della Provincia alluvionava le redazioni con comunicati su qualsiasi cosa, dalla Coppa America (giuro), all'elezione del Papa. Adesso fa lo stesso e aspettiamoci un'escalation nei prossimi mesi. Se da semplice presidente di Provincia è arrivato a commentare il Papa, figuriamoci cosa potrà fare da vice presidente della Regione. E intanto, in consiglio provinciale, Lega e centrosinistra continuano a scannarsi in suo nome: poveretti, tempo un paio di mesi e Zaia non si ricorderà nemmeno la strada per via Cesare Battisti. Scommettiamo?

venerdì 27 maggio 2005 [Nr. 591]
>>CONGRESSO AIDP A ABANO TERME: ASSESSORE REGIONALE VALDEGAMBERI
venerdì 27 maggio 2005 [Nr. 589]
>>VICEPRESIDENTE ZAIA DOMENICA A MOSTRA DELLE CILIEGIE DI MASER
venerdì 27 maggio 2005 [Nr. 588]
>>VICEPRESIDENTE ZAIA DOMENICA AD ASSEMBLEA REGIONALE PRO LOCO
venerdì 27 maggio 2005 [Nr. 592]
>>GALAN: IL PENSIERO DI S. AGOSTINO MONITO ANCHE PER LA POLITICA
venerdì 27 maggio 2005 [Nr. 595]
>>TAGLIO DEL PO: CONVEGNO A PALAZZO DUCALE: GALAN
venerdì 27 maggio 2005 [Nr. 594]
>>TICKET SULL’INGRESSO DEI BUS: ZAIA PROPONE DI RIVEDERE LA TASSA

venerdì, maggio 27, 2005

E BRAVO CATCHER...

Rubo un post ad un amico, Catcher Bloch (letteraventidue.blogspot.com), milanista dichiarato e persona intelligente e gentile. Ma soprattutto un vero sportivo che ripugna le morali da quattro soldi. Con questo chiudo le trasmissioni su Milan-Liverpool. In attesa ovviamente dell'esito della Coppa Italia, se dovesse vincere l'Inter penso che dirò ancora qualcosa sulla straordinaria stagione del Milan, partito per stupire il mondo con dichiarazioni roboanti ("abbiamo la difesa più forte del mondo" e amenità) per poi però finire miseramente tra le risate di mezza Italia.


"La sportività, le fandonie e le reprimende moraliste

Ho metabolizzato. Nella vita ci sono cose più importanti per le quali provare dolore. In ogni caso mi asterrò da qualsivoglia commento (tecnico) sulla disfatta, dal momento che sprecare tempo ed energie per una squadra simile non mi pare proprio il caso (soprattutto ora che tifo Legnano).
Mi stupisce, però, il walzer di ipocrita sportività che alcuni blog (ma forse sarebbe meglio dire taluni commenti) tentano in tutti i modi di proprinarci. Abbiamo perso. Abbiamo dimostrato di essere la squadra fighetta d'Italia, belli, bravi e talentuosi ma che scoppiano in lacrime non appena si sbucciano un ginocchio. Abbiamo palesato la mancanza d'una qualunque spina dorsale, abbiamo chiarito di essere mosci, di squagliarci alla prima difficoltà manco fossimo l'AC Spercenigo.
Indi, per tutte le ragioni ora addotte, meritiamo d'essere sbeffeggiati, derisi, additati come esempio mirabile di deficienza sportiva. Lo meritiamo perchè, a parti invertite, avremmo fatto lo stesso. Ah che stolti, durante il rito della cicca all'intervallo! Tutti a ridere, alla faccia degli interisti e degli juventini: "Pensa come si rodono...", "Avranno messo su una videocassetta con i grandi trionfi di Herrera per consolarsi" "Sì, sì, in bianco e nero" "Domani sai come saranno tristi, proprio loro, con il tricolore in bella mostra che tra due settimane non se lo ricorda più nessuno!" "Quale tricolore?" "Ah ah ah ah!". E già pregustavo ironici post sull'amata propaggine del mondo telematico.
E invece. E invece abbiamo dimostrato ancora una volta che il Milan è il Milan, nel bene e nel male. Che la sindrome La Coruna (ma potremmo chiamarla anche Eindhoven) è materia in grado di appagare la sete della psicanalisi moderna. Che le squadre inglesi meritano di vincere perchè (spesso) sono inferiori, è vero, ma non mollano mai e basta un appiglio, una cima lasciata lì per caso e cazzo se tornano a galla! (Chiedere a Monaco per conferme). Loro sono il Calcio. Quello di chi non ci sta, quello di chi lotta, quello di chi canta you'll never walk alone e poi, dopo essere stato nel fango, guarda dall'alto gli aristosnob alla Seedorf. Shevchenko alla vigilia dichiarava alla Gazzetta: "Anche se non vinciamo non importa, nella vita c'è altro. Ci bastano gli applausi". Ma ci si può presentare a centrocampo in una finale di Coppa Campioni con 'sta anda?
E allora ben vengano gli sberleffi bianconeri, i risolini e le gomitate dei cugini, le prese per il culo più dure da mandar giù. Siamo a terra e potete infierire. Perchè noi avremmo fatto lo stesso. Ma per piacere risparmiateci i moralismi gnè gnè su chi deve tifare chi, tifare contro è sbagliato, siamo tutti amici, volemose bene che siam tutti italiani. Perchè quello proprio non lo posso sopportare".

giovedì, maggio 26, 2005

L'INTER NON NE SAREBBE STATA CAPACE

"Pensare ad una rimonta del Liverpool è fantascientifico". Parole e musica di Piccinini durante Milan-Liverpool. Si era sul 3-0, Sheva avea di poco mancato il quarto gol. Da quel momento la partita cambia, si capovolge, il destino decide di scombinare le carte. Piccinini si rivela un uccellaccio del malaugurio da competizione (ammetto che anche un mio Sms inviato nell'intervallo ad un amico milanista non è stato male, una gufata come poche altre nella storia). Tre pappine degli inglesi in sei minuti sotterrano un frastornato Dida. Poi i salvataggi sulla linea dei difensori inglesi, la parata pazzesca di Dudek su Sheva. Infine i rigori e l'eroe di Manchester che affonda definitivamente.
Che dire? Una grande serata di sport. Il Milan è arrivato là dove nemmeno l'Inter più scalcagnata riuscirebbe. Impagabili poi la faccia di Galliani a fine partita, il broncio di Berlusconi in tribuna dopo un primo tempo passato con un'espressione così soddisfatta e supponente da far saltare i nervi ad un santo, lo sguardo incredulo di Maldini mentre osserva la coppa e realizza di entrare nella leggenda del calcio non solo per le vittorie ma anche per una sconfitta che non ha precedenti. Insomma: grazie ragazzi per averci regalato una serata indimenticabile...

mercoledì, maggio 25, 2005

GUSTI MUSICALI

Rispondo a questa catena di Sant'Antonio telematica per fare piacere ad un amico, ma per quel che mi riguarda la cosa si ferma tra un'isola e l'altra....
Volume totale dei file musicali sul mio pc: Mc, per favore (vero Belfagor?). Comunque lo spazio occupato dalle canzoni è ancora molto poco: solo 63,2 MB .
L'ultimo cd originale che ho comprato: Bella domanda. Mi sembra la raccolta di R. Williams per un regalo di Natale.
La canzone che sto ascoltanto adesso: Ne scelgo una tra le tante: The River di B. Springstenn.
Cinque canzoni che ascolto spesso o che significano molto per me: Scelta difficile. Ecco un parzialissimo e mutevolissimo elenco: Rimmel di De Gregori, The River (ovviamente), Whit or Without you degli U2, Il testamento di Tito di De Andrè, Tema del soldato eterno e degli aironi di Vecchioni.
Otto persone a cui passo il testimone: E’ stato un bel giochino, per me si può fermare anche qui. Sorry.

PER CHI TIFI?

Luigi Buffon sulla finale Milan-Liverpool: "Non so proprio per quale squadra fare il tifo, devo ammettere che con tutta sincerità non terrò per nessuna delle due".
bravo Gigi, una lezione di sincerità a tutti quelli che, un po' ipocritamente, pretendono che si tifi sempre per La squadra italiana che gioca all'estero. Ma perchè? E' sport, solo sport e quindi io mi sento liberissimo di scegliere chi sostenere. Per quel che mi riguarda il Milan mi vedrà sempre come avversario, anche se dovesse giocare contro una formazione islandese, coreana, irachena, francese, tedesca e chi più ne ha, più ne metta.

martedì, maggio 24, 2005

ROSSO COME VITTORIA

Dal quotidiano delle buone notizie di Jacopo Fo: "Uno studio pubblicato su Nature da Russell Hill e Robert Barton della University of Durham in Inghilterra, rivela che il colore della vittoria è il rosso. Esaminando i risultati ottenuti in quattro competizioni olimpiche (lotta libera, lotta greco romana, tae kwon do e boxe), i ricercatori hanno scoperto che chi indossava la casacca rossa ha vinto il 55% delle competizioni".

Domanda: di che colore è la maglia del Liverpool?

domenica, maggio 22, 2005

CIAO, TURISTA, CIAO

Leggo su Repubblica.it che la Cina ha superato l'Italia nella classifica delle mete turistiche planetarie. Motivo del del sorpasso? I turisti sono un po' più freddino verso l'Italia per via dei prezzi alti e del servizio scadente. In testa rimane la Francia che, anzi, aumenta il numero di turisti. Chissà perchè, ma tutto questo non mi stupisce. In Francia ci vado spesso, l'ho girata in lungo e in largo e in ogni posto, anche in quelli più esclusivi, ho trovato da mangiare e da dormire a prezzi accessibili e con servizi di qualità.
Non si può dire lo stesso dell'Italia. Provate a mangiare a Venezia in un locale che non sia un ristorante di classe (accessibile ai pochi che possono permettersi il conto) e poi ditemi. E lasciamo perdere il confronto con i servizi pubblici e la tendenza a considerare il turista non come un ospite ma come un pollo da spennare, o il rispetto e la valorizzazione di monumenti e luoghi con una storia alle spalle.
Ecco un estratto dell'articolo:
"Il numero dei visitatori stranieri in Cina è salito a 41 milioni e ottocentomila, con uno spettacolare aumento del 27 per cento rispetto all'anno precedente, mentre i turisti in Italia sono scesi a quota 37 milioni e 100 mila, un calo del 6 per cento rispetto a un anno prima. Nella graduatoria, compilata dall'agenzia per il turismo dell'Onu, nel 2003 l'Italia era al quarto posto e la Cina al quinto: nei dodici mesi seguenti i due paesi si sono scambiati posizione. E' l'unica novità di rilievo in una classifica che rimane per il resto immutata al vertice, con la Francia in testa quale meta numero uno del turismo mondiale con 75 milioni e 100 mila presenze (+ 0,1 per cento sul 2003), seguita dalla Spagna con 53 milioni e 600 mila (+ 3,4 per cento) e dagli Stati Uniti con 46 milioni e 100 mila (+ 12 per cento)."

SCUDETTO CON DEDICA

Scudetto numero 28, grazie ragazzi.
Dedicato a tutti quelli che "il Milan è più forte";
dedicato a tutti quelli che "il Milan ha più qualità: esce Pirlo entra Rui Costa, esce Sheva entra Inzaghi, esce Gattuso entra Ambrosini e nella Juve?";
dedicato a tutti quelli che "la Juve scoppia, ha solo undici giocatori, il Milan 24. Ma vuoi mettere Cafù, Maldini, Nesta, Stam con Zambrotta, Thuram, Cannavaro, Zebina? Sì, voglio mettere...;
dedicato a tutti quelli che "il Milan giocherà fino alla fine" e poi col Palermo vanno in campo i Primavera;
dedicato a tutti quelli che "La Champions vale tre scudetti", ma in nove mesi di campionato stanno sempre dietro o, al massimo, sulla stessa linea;
dedicato a tutti quelli che "ma voi rubate". Voi invece no, mai...
dedicato a tutti quelli che "la Juve si dopa". A Milanlab invece vanno avanti a pane e salame...
dedicato a tutti quelli che, se a Istanbul va male, rischiano di vincere meno dell'Inter;
e infine dedicato a Stam: "Non vado alla Juve, preferisco il Milan perchè lì si vince". Bravo.

venerdì, maggio 20, 2005

UN VICEDIRETTORE DELUSO

Che il Gazzettino non stia attraversando un buon periodo è, purtroppo, noto a tutti. Ma il segno che la misura è ormai colma lo ho avuto l'altra sera chiacchierando con un ex vice direttore ora in pensione. Parlando dei quotidiani locali mi ha detto: "Povero Lago, è morto assistendo al disfacimento del suo giornale. Ormai il Gazzettino non lo leggo più, ho anche revocato l'abbonamento. Me lo avevano lasciato per via dei miei trascorsi, ma ho chiesto che mi venisse tolto. Da circa tre anni ogni volta che apro quel giornale mi viene il nervoso".
Ovviamente tutti sanno cos'è accaduto "circa tre anni fa"...

giovedì, maggio 19, 2005

CINA, IL BENGODI DI OGNI IMPRENDITORE

Un estratto del bel reportage dalla Cina di Federico Rampini pubblicato su Repubblica.it. Vi invito a leggerlo e, se ancora ce ne fosse bisogno, capirete perchè i nostri imprenditori stanno correndo in Cina ad aprire fabbriche e laboratori. Adesso, finalmente, qualche operaio trova il coraggio per perlare e denunciare situazioni orribili. Perfino i quotidiani cinesi cominciano a rompere l'omertà che copre sfuttamenti e abusi. Altro che dazi contro i prodotti orientali, i problemi sono ben altri.

"Per confezionare un paio di Timberland, vendute in Europa a 150 euro, nella città di Zhongshan un ragazzo di 14 anni guadagna 45 centesimi di euro. Lavora 16 ore al giorno, dorme in fabbrica, non ha ferie né assicurazione malattia, rischia l'intossicazione e vive sotto l'oppressione di padroni-aguzzini. Per fabbricare un paio di scarpe da jogging Puma una cinese riceve 90 centesimi di euro: il prezzo in Europa è 178 euro per il modello con il logo della Ferrari. Nella fabbrica-lager che produce per la Puma i ritmi di lavoro sono così intensi che i lavoratori hanno le mani penosamente deformate dallo sforzo continuo".

GIUNTA AL CALOR BIANCO

Ormai le riunioni di giunta stanno diventando un vero spettacolo, peccato non potervi assistere. Dicono che nel corso dell'ultima seduta ci sia stata una produzione industriale di scintille. Ad un certo punto l'alterco tra due amministratori ha raggiunto questi livelli: "Esci di qui, sei un corpo estraneo a questa giunta!", dice uno. "No, io di qui non mi muovo", risponde l'altro. "Vuoi rimanere? - ribatte il primo - bene, ma guai a te se parli o ti muovi". A momenti finisce in rissa, ma l'appuntamento è solo rinviato alla prossima puntata.

TELEFONINI PERICOLOSI

Chissà chi è quell'uomo politico trevigiano che, qualche giorno fa, è stato beccato da una pattuglia dei carabinieri lungo il Put mentre era al volante della sua auto e, contemporaneamente, telefonava tenendo il cellulare in mano. Scontato il finale: multa e cinque punti in meno sulla patente.

mercoledì, maggio 18, 2005

STALIN E HITLER: CHI HA COMINCIATO?

E' un libro curioso quello di Viktor Suvorov, membro dei servizi segreti sovietici negli anni Settanta e poi fuggito in Inghilterra. Laureato alla Scuola Militare Superiore di Kiev, vive in una località segreta perchè sul suo capo pende una condanna a morte come traditore dell'Unione Sovietica non ancora revocata (almeno non lo era fino al 2000). Suvorov ha però scritto dei libri, tra cui uno particolarmente interessante che mi è capitato tra le mani qualche tempo fa e che adesso sto rileggendo: "Stalin, Hitler, la rivoluzione bolscevica".
Con un'ardita rilettura di documenti storici accessibili a tutti (articoli di giornali, periodici, libri, manuali militari, corrispondenza, l'opera omnia di Stalin) afferma che il dittatore russo manovrò Hitler fino a spingerlo a provocare la Seconda Guerra Mondiale in modo da preparare il terreno per l'invasione russa di un'Europa ormai stremata dai combattimenti. Arriva perfino a sostenere che Stalin sapeva dei progetti di di Hitler (definito dai vertici del politburo "Rompighiaccio della Rivoluzione") di penetrare in Unione Sovietica (operazione Barbarossa) e non fece niente per evitarlo, in modo da avere una scusa per affrontare l'esercito tedesco su un terreno molto favorevole, batterlo ed entrare in Germania e in Europa come liberatore. Tutto calcolato insomma. Suvorov, tra le altre cose, sostiene che la produzione bellica della Russia negli anni Trenta e Quaranta non era tipica di un paese che pensa a difendersi ma, al contrario, che si preparara ad un'invasione in grande stile. Carriarmati, caccia, aerei da bombardamento al suolo, addestramento di truppe aviotrasportate, guastatori, commando: sono solo una parte dell'elenco di preparativi bellici fatti dai russi a ridosso degli anni Quaranta. La conclusione, dopo oltre quattrocento pagine scritte con un stile un po' isterico ricco di punti esclamativi e di frasi in neretto o stampatello in modo da renderle ancora più forti, è che Stalin ha voluto la guerra più di Hitler. Anzi, che è stato il diabolico cervello che ha mosso il pazzo dittatore tedesco.

Una tesi singolare che sicuramente scucirà un commento ad un mio scetticissimo amico...

BERNARDI E IL QATAR

La Sisley ha appena vinto il suo ottavo scudetto e daL Qatar arriva la notizia che Lorenzo Bernardi andrà a giocare in un club arabo. Gazzetta.it la dà così:
"DOHA (Qat) - In attesa di sapere cosa farà in vista del prossimo campionato di A-1, Lorenzo Bernardi tenta l’avventura in Qatar. Il giocatore del secolo, come è stato premiato dalla Federazione internazionale, ha firmato per il club Al-Rayyan (che ha come emissario in Italia Nino Di Giacomo) con cui disputerà i due tornei estivi tra giugno e la prima settimana di luglio. In Qatar troverà Dennis (Qatar Sport Club) e Gato (Al Arabi)".

Per quasi un decennio Bernardi è stato la bandiera della Sisley. E' arrivato a Treviso dopo aver vinto con la nazionale il titolo mondiale del 1990 (suo l'ultimo punto della finale con Cuba) e c'è rimasto fino a tre anni fa. In mezzo, con la Sisley, ha vinto tutto vivendo sempre da protagonista le varie fasi di una società nata già grande grazie ai soldi della famiglia Benetton. Su otto scudetti, cinque portano la sua firma, come pure le tre Coppe dei Campioni, il trofeo più ambito dal patron Gilberto. L'addio di Bernardi a Treviso fu burrascoso. Durante gara-due della finale scudetto con Modena nel 2002(poi persa) venne richiamato in panchina dal suo allenatore Daniele Bagnoli. Cambio (per la verità giustificato) che lo mandò su tutte le furie e infatti uscì dal campo urlando a Bagnoli: "Tu non capisci un cazzo di pallavolo!". Il rapporto con Treviso finì in quel momento. Bernardi venne messo fuori rosa e in estate ceduto a Trento. La sua maglia numero 9, ritirata e affissa tempo prima tra i trofei del Palaverde al termine di una suggestiva cerimonia, venne ben presto tolta e buttata in magazzino.

Adesso Bernardi va in Qatar, molto probabilmente per guadagnare gli ultmi soldi veri di una carriera straordinaria ma ormai vicina al capolinea. Non mi resta altro che fargli un grosso in bocca al lupo, in fin dei conti è stato il campione che più ha fatto sognare i tifosi trevigiani.

lunedì, maggio 16, 2005

GESU' O GIOVANNI DI GAMALA?

Notizia particolare. A San Bonaventura di Bagnoregio, provincia di Viterbo, un tale Luigi Cascioli di 71 anni ha querelato il proprio parroco "per abuso della credulità popolare" e "per sostituzione di persona". Secondo Cascioli Gesù Cristo non sarebbe mai esistito e quindi non è legale predicarne la figura. Il tribunale di Viterbo ha archiviato per due volte l'esposto, ma il combattivo Cascioli ha ricusato il giudice. Il 29 aprile scorso il provvedimento è quindi stato rimesso alla Cassazione.
La teoria su cui si basa la querela è questa: la figura di Cristo è una colossale montatura. In realtà, secondo Cascioli, non è mai esistito. Quello che noi crediamo Gesù, dice, non è altro che un certo Giovanni di Gamala (e così spiegherebbe la sostituzione di persona), della famiglia degli Asmonei, figlio di Giuda e nemmeno lontano parente della stirpe di Davide. Vangeli, lettere di San Paolo apostolo, sono stati inventati. Le testimonianza di storici classici come Tacito e Giuseppe Flavio, i primi non cristiani a parlare di Gesù, manomesse in età più tarda. Insomma: un complotto in piena regola che regge da duemila anni. Per chi volesse saperne di più è a disposizione il sito di Cascioli: www.luigicascioli.it.

domenica, maggio 15, 2005

UNA NORMALISSIMA GIORNATA DI M.

Cronaca di una tranquilla giornata di m... Ehm: da dimenticare.
Mattina: "devo tirarti le orecchie", bonario (ma non troppo) rimbrotto del capo per aver valutato male una notizia del giorno prima. Giusto. Ma una parte della concorrenza (additata ad esempio) l'ha enfatizzata troppo (come ammette il collega che ha scritto l'articolo), l'altra parte l'ha ignorata. Noi la notizia l'avevamo già data ma non importa: bisognava ridarla meglio e più completa. Mea culpa.
Pomeriggio: il giallo della macchina. Un mio familiare me la chiede in prestito, io gli do le chiavi. Scende dall'appartamento e dopo cinque minuti mi chiama: "dove l'hai parcheggiata?". "Al solito posto", ribatto leggermente infastido anche perchè sommerso da una mole notevole di lavoro da smaltire in tempi brevi. Passano altri cinque minuti, questa volta chiamo io: "Allora, trovata?". "No". Panico. Scendo per vedere cosa succede e, in effetti, la macchina non c'è. Arrivano i cattivi pensieri: "Me l'hanno rubata". Poi la folgorazione e mi sento una m... Il giorno prima ero andato a fare un servizio poco fuori città, al ritorno ho parcheggiato in centro (a pagamento) prima di andare al giornale. Furbescamente mi sono completamente dimenticato dell'auto e, dal giornale, sono tornato a casa a piedi. La macchina è rimasta incustodita in un parcheggio pubblico per più di 24 ore. Per di più con il biglietto del Trevisosta scaduto. Mi ritorna tutto in mente in un lampo, mi precipito in centro e, per fortuna, la ritrovo. Non ho nemmeno preso la multa. ma gli accertatori della sosta che fanno? Dormono? Io comunque mi sento come un vecchio rincitrullito: ma si può dimenticare la propria macchina?
Metà pomeriggio: drammi al computer. Pezzo principale della giornata, circa settanta righe divise in un'introduzione di dodici e il resto. Spedisco l'introduzione, poi il resto ma entrambi con lo stesso richiamo. Il capo mi telefona: "E allora, ti muovi? Mi hai mandato solo la prima parte". Controllo: vero. Mi accorgo subito di aver sovrascritto i due pezzi, risultato: quello più corposo non lo trovo. Il panico mi assale nuovamente, poi mi salva il mio Mac che evidentemente comincia a conoscermi e mi tratta come un povero deficiente. Il secondo pezzo (io non me ne sono nemmeno accorto) me lo ha salvato in una cartella dei documenti recenti del programma di scrittura. Bacio il monitor e spedisco il tutto.
In serata altri problemi, ne cito solo uno. L'ultimo pezzettino, cinque righe, non ne vuole sapere di partire. Lo spedisco tre volte, l'ultima digitando i comandi un tasto alla volta ripetuto ad alta voce per convincermi di non sbagliare. Ma lui non arriva mai in redazione. Morale: lo detto al volo ad un collega mentre vado allo stadio per il servizio sulla partita del Treviso. Per fortuna, alla fine, arriva la notte e ricopre di tenebra una giornata da scordare in fretta.

venerdì, maggio 13, 2005

STAMPA-GIUNTA: NERVI SCOPERTI

Giorni difficili per i giornalisti trevigiani che si occupano dei fatti di Ca' Sugana. Dopo lo sconcertante episodio raccontato da lettera Ventidue (letteraventidue.blogspot. com), un altro fatto testimonia una tensione sempre più alta.
L'altro giorno un collega, nel corso di una telefonata, ha violentemente litigato con un assessore per una questione veramente da poco. Il giornalista in questione aveva telefonato semplicemente per aver qualche particolare in più su un intervento in centro annunciato dal Comune con un comunicato che più scarno non si può, tre righette buttate là. Niente di particolare quindi, semplici dubbi risolvibili con una chiacchierata di pochi secondi. Ma l'assessore ha cominciato a rispondere per monosillabi senza sbottonarsi, quasi timoroso di dire che i lavori sarebbero iniziati mezz'ora prima o mezz'ora dopo. E, sia chiaro, non si trattava di confidenze ma di semplici informazioni come durata dell'intervento, modalità, scopi ecc. Tra le altre cose, tutti particolari utili per i cittadini che vorrebbero essere informati su eventuali nuovi cantieri. Ma niente, l'assessore ha voluto fare il misterioso tenendo un atteggiamento irritante su una questione banalissima, al punto che il giornalista è sbottato e gli ha detto cosa pensava di lui, della sindrome da accerchiamento in cui è precipitata la Giunta e di questo modo di amministrare e soprattutto di comunicare.

LE CROCIATE AMERICANE

La prima cosa che mi sono chiesto alla fine del film è stato: "perchè dobbiamo lasciare agli americani temi del genere?". Il film in questione è "Le crociate" di R. Scott. Tecnicamente un bel film: spettacolare, buon ritmo, bei personaggi, ricostruzione degli ambienti credibile, effetti speciali notevoli (anche se l'asseddio di Gerusalemme sembra tanto l'assedio di Gondor nel Signori degli Anelli, da un momento all'altro ti aspetti che spunti un orco...). Ma con un peccato originale: è pensato, scritto e realizzato da americani. Il che, per un film storico, è in genere un guaio. La sensibilità americana e del tutto diversa da quella europea. Non saprei come dire... sono troppo banali e la semplificazione non è sempre un bene.
C'è il vescovo pavido che, dopo giorni di assedio con l'esercito del Saladino ormai alle porte, dice: "convertiamoci all'Islam, ci pentiremo dopo". C'è il protagonista segnato dalla vita che non ha più fiducia in Dio.I templari sono immancabilmente dei cattivoni così come venivano dipinti nella letteratura dell'Ottocento (leggere Ivanohe di sir Walther Scott per credere). Il Saladino è spietato ma sa riconoscere il valore di un uomo...e via di questo passo. Insomma una lettura della storia tipicamente americana: i buoni che alla fine vincono, i cattivi che perdono, i redenti, i coraggiosi, i vigliacchi. Nessuna sfumatura, nessun esame. Le crociate forse sono state qualcosa di più, o di meno. Di certo non possono essere facilmente catalogabili in categorie rigide. Senza contare che alla fine, dopo la caduta di Gerusalemme (perché cade, è storia e non rovino il finale a nessuno) corrono i titoli di coda in cui si dice che a mille anni di distanza Gerusalemme è ancora turbolenta. Vero, ma non certo per colpa delle crociate e forse gli americani qualche responsabilità ce l'hanno pure. Insomma Sono convinto che un regista europeo, uno sceneggiatore del vecchio continente, avrebbero descritto la stessa storia con un taglio diverso, meno spettacolare ma più umano e vero.
A mettere fine a questi ragionamenti è stata la mia dolce metà con parole sacrosante: "Perché questi film li fanno gli americani? Perchè loro hanno i soldi". Come darle torto?

P.S: comunque il film, a mio parere, merita anche perchè qualche pssaggio interessante su tolleranza e fanatismo c'è ed è anche attuale.

giovedì, maggio 12, 2005

GUERRE STELLARI: MANCA POCO

Così scrive il Corriere.it di oggi sull'ultimo episodio della saga Guerre Stellari che uscirà il 19 maggio nei cinema americani e il 20 in tutto il resto del mondo: "Secondo la società di consulenza americana Challenger Gray Christmas, nei primi due giorni delle proiezioni in sala (che negli Usa cominceranno giovedì 19 maggio), l’economia americana subirà danni per circa 627 milioni di dollari, in termini di perdita di produttività dei lavoratori. Secondo le stime, l’evento provocherà un’ondata massiccia di assenteismo, con effetti ancora più rilevanti di quelli prodotti dal lancio dell’episodio II, «L’attacco dei cloni», che nel 2002 ha attirato nei cinema quasi 10 milioni di persone. D’altro canto, però, l’entusiasmo dei seguaci delle avventure create da George Lucas contribuirà quantomeno ad arricchire i botteghini, alimenterà il turismo locale e di conseguenza porterà lavoro in negozi ed esercizi situati nei pressi di cinema e teatri".
Secondo me è uno dei pochi casi di assenteismo giustificato: per godermi la trasformazione di Anakin Skywolker in Lord Fener (o Darth Feder) non escludo di prendermi una giornata libera...

martedì, maggio 10, 2005

DEL NEGRO E IL GAZZETTINO

Piccola gaffe del Gazzettino di Treviso, almeno agli occhi di un tifoso della Benetton Basket. Oggi nella pagina dello sport pubblica un articolo da titolo: "Del Negro a Treviso per Without Borders". Spicca una foto del giocatore ma con la maglia della Fortitudo Bologna, la rivale più "odiata" (sportivamente parlando) dai trevigiani.
Per chi non lo sapesse, Vinny Del Negro è stato l'indimenticato artefice del primo scudetto biancoverde. Arrivato sconosciuto a Treviso, ha trasformato una squadra da medio-bassa classifica in una compagine formidabile. Le sue evoluzioni richiamavano migliaia di tifosi al Palaverde che in quegli anni registrava il tutto esaurito spesso e volentieri. Poi Del Negro lasciò Treviso e fece fortuna in Nba.Per anni si è favoleggiato di un suo ritorno nella Marca. Ma non avvenne. Accadde invece qualcosa di peggio, almeno per i tifosi. Ad un certo punto, mi pare nel 1997, Del Negro accettò di tornare in Italia ma alla Fortitudo. I trevigiani se la legarono al dito, incavolati con lui e con la società che non aveva fatto nulla per riportare indietro l'asso americano. Inoltre Del Negro accettò la proprosta bolognese proprio pochi giorni prima di una sfida Benetton-Fortitudo al Palaverde. Me la ricordo bene quella partita. Il Palaverde era pieno come un uovo, ribollente di rabbia. Lo striscione più accomodante rivolto a Del Negro recitava in inglese: "Sporco traditore". Il resto, insulti. Per non parlare poi di un indimenticabile coro bolognese "Vinny De Negro lo abbiamo noi" che a momenti non scatena una vera battaglia. Lui non partì titolare, ma entrò a partita iniziata in mezzo ad un uragano di fischi. Proprio un bell'ambientino. La Fortitudo venne scofitta, schiantata da una magistrale prova di Henry Williams che fece più di trenta punti.
Bene. Il Gazzettino per annunciare il ritorno di Del Negro a Treviso come ospite di una manifestazione organizzata dalla Verde Sport non trova niente di meglio che pubblicare una sua foto con la maglia della Fortitudo. Ma una con la canotta trevigiana non ce l'avevano proprio? Brutta gaffe.

domenica, maggio 08, 2005

AL SETTIMO CIELO

"Ecco, la perde. Vedrai che la perde. Hai visto? Non ha saltato l'uomo, la perde. Però il rimpallo...Ma che fa? Una rovesciata? Ma, ma, ma quello è Trezeguet! allora....GOOOOOOOOOOOL!!!". Più o meno è andata così. Quando Del Piero ha preso il pallone non avevo troppa fiducia, poi mi sono dovuto ricredere. Grande capitano! Non che ultimamente abbia avuto una grande opinione di te (come calciatore, ovviamente) però devo farti i complimenti. Hai lavorato una palla magistrale.
La Juve ha vinto, questa è la cosa fondamentale. Adesso mi godo la stupeda vittoria e i pianti dei tanti milanisti a caccia di scuse.

Ps. Ma la tanto decantata super rosa del Milan? Non capisco. Prima la menano con concetti tipo "due giocatori per ruolo", "25 titolari", "cambi all'altezza". Poi però in campo ci vanno sempre gli stessi, se perdono ti recitano la solfa sull'importanza di Pirlo e sulla difficoltà del Milan quando è stanco oppure in tribuna, sbandierano la stanchezza di coppa, lo stress. Ma allora a cosa servono 25 giocatori "tutti titolari"? Vuoi vedere che, alla fine, i vari Moggi, Giraudo e Bettega non hanno tutti i torti?

PROVE DI RI-GUERRA FREDDA?

Così il presidente Usa J.W. Bush: L'errore Yalta. Parlando a Riga, definisce l'occupazione di Mosca dei Paesi Baltici e dell'Europa orientale, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, "uno dei più grandi errori della storia". E riconosce che gli Stati Uniti vi hanno avuto un ruolo e una responsabilità, accettando a Yalta di sacrificare "la libertà di piccole Nazioni". L'accordo tra i Grandi vincitori del conflitto mondiale - ammette Bush - "si collocò nell'ingiusta tradizione degli accordi di Monaco e del patto Molotov-Ribbentrop. Ma il tentativo di sacrificare la libertà in nome della stabilità lasciò un continente diviso e instabile".

Così risponde l'amico Putin, presidente russo: "Abbiamo già denunciato nell'89 il patto Molotov-Ribbentrop - dice a Le Figaro - ma ricordiamo che non fu molto diverso dall'accordo di Monaco tra Hitler e l'Occidente, che regalò i Sudeti a Berlino. Dovrebbero piuttosto suscitare sdegno i monumenti baltici alle SS. Il nostro popolo - ricorda - ha liberato 1 paesi europei dai nazisti. Altro che invasione. L'Urss fu decisiva: sbaragliò tre quarti della macchina bellica di Hitler. Il mondo non aveva mai visto un simile eroismo. La democrazia non si può esportare con armi e dollari. E se gli Usa pensassero a ritirarsi ora dall'Iraq, farebbero un secondo colossale errore".
Più duro il ministro degli esteri Lavrov: "Siamo stupiti - affonda - da chi dice oggi che l'Occidente non abbia mai riconosciuto questi Paesi come parte dell'Urss. Nel 1975 Usa, Europa e Canada firmarono ad Helsinki la distensione con l'Unione sovietica. Riconobbero la sua integrità territoriale e l'inviolabilità delle frontiere. Il presidente Ford dichiarò di sottoscrivere "con piacere". Urss erano anche gli Stati dove oggi Bush condanna la nostra occupazione".

Caspita! Ma in che anno siamo? 2005 o 1960?

GALAN E LA NUOVA POLITICA

Riflessione. Qualche settimana fa Giancarlo Galan, eletto per la terza volta presidente del Veneto, ha catechizzato un gruppo di giornalisti che gli chiedevAno notizie sulla prossima giunta e sui rapporti con gli alleati politici. Lui rispose stizzito: "Ma basta! Noi abbiamo creato un modo nuovo di fare politica, più fresco. E voi siete qui a parlare di accordi, correnti....Ma finitela". Sarà. A me però questo "nuovo modo di fare politica" mi sembra così uguale a quello vecchio. Le elezioni sono passate da più di un mese e i partiti della Casa della Libertà ancora non si mettono d'accordo per le poltrone ma trattano assessorati e deleghe come mercanti arabi: "un tanto a me, un tanto a te, poco a lui, io però voglio di più, tre assessorati, no due, sì ma anche la presidenza del consiglio, no la vice presidenza non te la dò...".
Intanto rimaniamo in fiduciosa attesa della giunta regionale. Basta avere pazienza, prima poi i nostri prodi impareranno le regola di "questo nuovo modo di fare politica"...

DIARIO AMERICANO: PROSECCO COSA?

Discussione con un ristoratore di New York. A cena nel suo ristorante assieme ad altri commensali.
- "Lo bevete il prosecco qui?".
- "A dire il vero, no".
- "Perché?".
- "Lo abbiamo tenuto per un po', ma gli americani non lo capiscono. Non lo chiedono mai. E' un vino più da aperitivo che da pasto, non piace".
A fine cena, dopo il dolce e la frutta, il ristoratore arriva con una bottiglia.
"Adesso per festeggiare apriamo lo champagne. Si tratta di Bellini, è veneziano". La bottiglia si svuota in un attimo i commenti positivi si sprecano tanto che ne arriva subito un'altra. Bellini: ovvero, coktail di frutta a base di....prosecco.

giovedì, maggio 05, 2005

NADINE, ABINA, SUE E CAROLYN

Tipico esempio di comunicato stampa inviato dalla Provincia di Treviso. Alla fine manca solo la logica conclusione: "E chi se ne frega?".


QUATTRO GIORNALISTE INGLESI NELLA MARCA

Nadine, Abina, Sue e Carolyn. Sono le quattro giornaliste inglesi giunte nella Marca trevigiana con un progetto speciale di Ryanair, realizzato in collaborazione con la Provincia di Treviso e il Consorzio di promozione turistica MarcaTreviso per promuovere lo scalo di San Giuseppe e il territorio trevigiano.

Le quattro reporter, provenienti da testate quali l’Herald Express, The Gazzette, The Comet, Life Style, Daily Star e Business Citizen, hanno preso parte ad uno degli "educational tour" che Ryanair organizza per promuovere le proprie tratte, in questo caso il nuovo volo che da Londra-Luton fa scalo a Treviso. Per gli inglesi, la Marca è infatti un punto di alloggio ideale per raggiungere in tutta comodità Venezia. Una “due giorni” di grande intensità che le giornaliste hanno vissuto in tutto relax, seguite dallo staff dell’Ente di via Battisti e del Consorzio.

Dopo aver alloggiato all'Hotel Cà del Galletto, nella mattinata di ieri le giornaliste hanno visitato la città di Treviso. Hanno poi preso parte ad un delizioso pranzo presso "L'antica Torre, da Reis", al quale hanno partecipato il presidente della Provincia di Treviso, Luca Zaia, il presidente del Consorzio, Gianni Garatti accompagnato dal vice presidente Giovanni Zanon e dal direttore Alessandro Martini.

Le gradite ospiti hanno mostrato grande apprezzamento per il prosecco trevigiano e le pietanze sapientemente preparate dagli chef del ristoratore trevigiano. Le stesse si sono inoltre dichiarate favorevolmente stupite per la bellezza e le particolarità di una città che non avevano mai visitato. Nel pomeriggio poi il gruppo si è recato ad Asolo, meta prediletta dai turisti inglesi, per assaporare fragranti e tradizionali cicchetti dei fratelli Botter al bar centrale e concludere, infine, con una prelibata cena nell’ambiente magico di Villa Razzolini Loredan.

"Queste Promozioni con i giornalisti, svolte in collaborazione con il Consorzio Marca Treviso e la Ryanair, sono davvero importanti. Il nostro territorio - sottolinea il presidente della Provincia, Luca Zaia - rappresenta una buona base di partenze per Venezia, ma anche per le nostre Dolomiti e per la Slovenia. La nostra volontà è quella di persistere con questa immagine di località privilegiata. In mezz’ora da Treviso si può andare sia al mare che in montagna, per questo lo scalo di S.Giuseppe è un importante viatico di turisti. Non a caso abbiamo appena aperto un nuovo ufficio Iat proprio davanti all'uscita dei passeggeri".

“Questa tipologia di azioni verso i giornalisti – ha commentato il direttore del Consorzio di promozione turistica Marca Treviso, Alessandro Martini – rappresenta uno dei punti cardine delle attività di promo-commercializzazione del Consorzio. Questo in particolare, è il frutto di un’azione coordinata con l’Amministrazione provinciale nello spirito di un piano unico di marketing territoriale e di promozione coordinata tra i due Enti”.
Il mercato inglese rappresenta, grazie ai voli low cost ed alla presenza dello scalo di San Giuseppe una eccezionale porta d’ingresso per i turisti d’oltre Manica, ma non solo. Al San Giuseppe, infatti, per il 2005 (fonte AerTre) si prevede l’arrivo di circa 1milione e 300mila passeggeri".

PS: Un milione e 300mila inglesi?

martedì, maggio 03, 2005

MILAN-JUVE: ALTRI FUOCI D'ARTIFICIO...

Marcello Chirico, giornalista del "Giornale", sta diventando il mio mito. Ecco un suo articolo. Straordinaria la coincidenza tra quello che penso, e scrivo da tempo, e quello che anche lui afferma. E' un po' lungo, ma leggetelo.

dal Giornalista de "Il Giornale" ed opinionista di Tele Lombardia
Marcello Chirico
IL GIUDICE SPORTIVO HA DECISO: SCUDETTO AL MILAN!

"Non ho mai avuto problemi ad ammettere la superiorità di un avversario, e sono pronto a farlo pure questa volta se il Milan - alla fine del lungo braccio di ferro - si rivelerà più forte della Juventus. Sono pronto a fargli un bell'applauso e a stringere sportivamente la mano a tutti i tifosi rossoneri (Tiziano Crudeli compreso) che incontrerò per strada dal 29 maggio in avanti, a un'unica condizione: che questo 18esimo tricolore lo vincano senza barare. Perchè da questa parte l'impressione è che, pur di non arrivare ad uno spareggio, in Lega si stiano studiando tutti i raggiri possibili per chiudere in anticipo la contesa, possibilmente per far vincere chi in questo momento deve rilucidare il proprio appeal per tornare a mostrarsi credibile e vincente nei confronti delle masse, in prosepettiva -magari - di elezioni anticipate. E, come si dice, nei momenti di disgrazia ci sono sempre gli amici, quelli veri e più fidati, sempre pronti a darti una mano.
Tra questi c'è già chi si è dato da fare, provvedendo a recapitare al Giudice Sportivo il filmato della smanacciata di Ibrahimovic su Cordoba (sequenza che, guarda la solita coincidenza, era stato il solo "Controcampo" - sponsor del Milan - a mostrare mercoledì sera sulle tv non a pagamento) e ottenendone il risultato sperato: tre turni di squalifica per lo svedesone. Che significa: Juve senza Ibra contro la Lazio, il Bologna e - udite, udite - il Milan.
Con una squadra già decimata dagli infortuni e da un evidente appannammento fisico, gli juventini possono mettersi fin d'ora l'anima in pace: quest'anno lo scudetto lo rivincono quelli del Milan. Perchè oltre alla bravura e alla fortuna, possono contare pure sui buoni uffici nelle stanze che contano. Ce li ha pure la Juve, bisbiglia qualche invidioso? Il Milan di più, molto ma molto di più. La palese dimostrazione la si ottiene riavvolgendo il film del torneo, rivedendo le giornate in cui l'Invincibile Armada gallianesca stentava a carburare: al Milan si regalavano goal irregolari, agli avversari si annullavano quelli buoni, il tutto nel sussiegoso silenzio (o quasi) dei mezzi di comunicazione (perchè il campionato è falsato soltanto se qualche favore lo ottiene la Juve).
Adesso, nel momento-verità del campionato, considerate le oggettive difficoltà dei galattici rossoneri a prendere il comando di un torneo che - a sentir fior di commentatori - dovrebbero stravincere perchè sono troppo superiori ai rivali di Torino, si utilizza l'arma subdola della giustizia sportiva, colpendo nella maniera più severa possibile il giocatore maggiormente pericoloso della Juve. Tre giornate di stop quando ne mancano sei al triplice fischio finale.
Inevitabile sentire puzza di bruciato attorno a questo provvedimento. Giusto, perchè Ibra deve smettela di comportarsi da bulletto in campo, spropositato se si considera quanto accaduto realmente nel match con l'Inter (durante il quale Zlatan le ha date, ma le ha pure prese di santa ragione da quei santerellini di Cordoba e Mihajlovic). Eppoi non si può usare il pugno di ferro soltanto alla fine di un torneo durante il quale si è visto e lasciato correre di peggio. Un caso per tutti: il pugno di Cufrè a Del Piero.
Domanda: ma la "prova tv" quando viene utilizzata? e con quale discrezione? Usarla in maniera così feroce soltanto a 560 minuti dall'assegnazione dello scudetto, per giunta nei confronti di un giocatore in corsa per il titolo con la sua squadra, significa volere far passare per "giustizia inflessibile" una palese e volontaria "penalizzazione" di uno dei contendenti. Guarda caso, quello che dall'inizio è in testa alla classifica e per ben due volte ha staccato gli avversari.
Quello a cui stiamo assistendo non è un complotto ma un colpo basso. Una gherminella nella quale i furbastri che la orchestrano si celano dietro terzi. Così come, nel 2000, fece la Lazio con Collina nell'acquazzone di Perugia (all'ultima giornata) e , l'anno successivo, la Roma col cambio in corsa delle regole sull'utilizzo dei giocatori stranieri a 5 turni dalla fine (se cito Nakata vi viene in mente nulla?).
Adesso, quando di giornate ne mancano sei, ecco scattare la tolleranza zero dell'emintissimo Giudice Sportivo nei confronti di Ibrahimovic. Se - dopo opportuno ricorso da parte della Juve - gli ridurranno la squalifica di una giornata, permettendogli così di giocare il big-match di S.Siro - vedrete che qualcuno dirà che Moggi ha "comprato" l'ennesimo favore.
Chiudo con un'ultima osservazione: Ancelotti ha commentato la punizione esemplare a Ibra dicendo che "le regole vanno rispettate" e che lui stesso si chiede "come mai giocatori così importanti abbiano reazioni simili sul campo". Quello che invece il sottoscritto vorrebbe sapere è invece come mai , quando quella "reazione" l'ebbe Shevchenko nel derby non si tirò fuori la prova tv. Così come mi piacerebbe domandare al Carletto come mai ,da quasi 2 mesi , i diffidati del Milan sono quasi una decina e nessun arbitro si guarda bene di ammonirne anche uno soltanto e far scattare così pure per loro l'automatica squalifica. Com'è successo appunto a Ibra, ma anche ad Appiah, che di partite ne gioca molte ma molte meno di gente come Seedorf o Gattuso. Mi pare".

Ps.: articolo scritto prima della sentenza sul ricorso presentato dalla Juve e respinto dal giudice sportivo.

DIARIO AMERICANO: "ECCE STEFANUS"

"Ecce Stefanus". Così stava scritto su un cartello portato da una biondona in toga finto-romana al seguito di tale Stefano Spadoni, giornalista, pr, scrittore e fotografo bolognese ormai da anni residente a New York. Spadoni si è fatto un nome organizzando feste particolari nella Grande Mela e riportando foto e commenti nel suo frequentatissimo sito (www.stefanospadoni.com). Ha anche scritto due libri, uno su New York e uno su tutto quello che gli uomini non sanno delle donne. Insomma, il nostro Stefano è un gran furbacchione che ha capito benissimo come si vive nella "capitale del mondo". Me ne sono accorto partecipando ad un suo party organizzato in un ristorante di Broadway. Ci sono finito trascinato da un'insegnante italo-americana impegnata nella diffusione della lingua e cultura italiana nella scuole newyorkesi. Aveva sentito di questa serata dedicata all'antica Roma basata su un banchetto di specialità dell'epoca. Ovviamente siamo andati, anche perchè Broadway di sera è uno spettacolo da non perdere.
Serata allucinante: locale piccolo, centinaia di ospiti. Le specialità dell'Antica Roma erano, nell'ordine: bucatini all'amatriciana, abbacchio, pollo fritto, frutta. Il tutto, ovviamente, preparato con stile tipicamente americano. L'organizzatore, Stefano, girava per l'affollatissima sala seguito da questa biondona in toga (davvero notevole...) con tanto di cartello. Si fermava a salutare tutti e a scattare foto ai presenti (io e la mia dolce metà siamo anche finiti, sorridenti e sconcertati, nel suo sito). Immaginabile la ressa per prendere da mangiare in mezzo ad un roteare di gomiti. Per non parlare della colonna sonora. Visto che il tema era Roma, il cantante da piano bar ha pensato bene di esibirsi in un repertorio di canzoni napoletane, inframezzato da qualche accenno a Albano e un paio di motivi di Baglioni e Venditti. I newyorkesi hanno gradito molto, soprattutto i bucatini vista la velocità con cui sono spariti. Noi abbiamo resistito un'oretta, poi ci siamo lasciati alle spalle quella bolgia infernale. Molto meglio una bella passeggiata tra i negozi aperti fino a tardi e tra l'umanità varia che popola le notti nella Grande Mela.

lunedì, maggio 02, 2005

MILAN-JUVENTUS, DOLCI RICORDI...

Inziamo i fuochi d'artificio in vista di Milan-Juventus. Non sono passati molti anni, era il 1997, quando la Juve massacrò i rossoneri schiantandoli dall'alto di una prestazione superlativa. Il ricordo nei tifosi bianconeri è ancora vivo: la Juve sbanca San Siro con un clamoroso 6-1. Ho ancora in mente i salti di gioia e le emozioni di quella serata meravigliosa passata davanti alla televisione. Un tripudio, anche perchè a fine stagione arrivò il 24° scudetto. Voglio proprio vedere quanti giornali ricorderanno quella giornata nei vari servizi di avvicinamento alla partita di domenica prossima. Scommettiamo che la Gazzetta parlerà solo ed eslcusivamente delle partite vinte dai rossoneri?

Questi i marcatori di quella indimenticabile sfida:

06.04.1997, STADIO DI SAN SIRO A MILANO: Milan - Juventus 1-6 (0-2).
MARCATORI: Jugovic 19', Zidane 32' pt su rig.. Secondo tempo: Jugovic 6', Vieri 26', Amoruso 28', Simone 31', Vieri 36'.

domenica, maggio 01, 2005

DIARIO AMERICANO: CIBO A CHINATOWN

"Niente di fritto, crudo o troppo pasticciato". Questo il proposito con cui ci siamo inoltrati a Chinatown a New York. Un mondo parallelo, affascinante e particolare. Basta oltrepassare una strada, svoltare un angolo o uscire dalla fermata della metro per sentirsi catapultato dalla metropoli più evoluta del mondo alle vie di Pechino. Le insegne in inglese, all'improvviso, spariscono: si vedono solo caratteri cinesi. Anche nelle edicole si trovano solo giornali asiatici, di ogni tipo. In giro quasi esclusivamente orientali e la loro comunità sta aumentando sempre più invadendo le aree limitrofe. Con gli anni, non molti in verità, finirà col cancellare un altro quartiere storico della Grande Mela, la confinante Little Italy ormai ridotta a poche strade con qualche ristorante.
Ma torniamo al proposito iniziale. Chinatown, per quanto pittoresca, non ispira molta fiducia al turista, sopattutto a quello consapevolmente sprovveduto. Il cibo crudo e fritto abbonda, anche quello caramellato come le anatre spellate, cucinate e ricoperte di glassa che fanno bella mostra di se in molte vetrine. Per mangiare bene "il cinese" bisogna conoscere i posti giusti, altrimenti si rischia grosso vista le condizioni non proprio ottimali di certi locali. E infatti noi non rischiamo. Ma, in un posto del genere, i propositi salutisti sono difficili da mantenere. E infatti dopo due ore di ricerca, finiamo nel più classico dei Mc Donalds. Morale: se proprio mi devo avvelenare, almeno scelgo io dove e come.