LE CROCIATE AMERICANE
La prima cosa che mi sono chiesto alla fine del film è stato: "perchè dobbiamo lasciare agli americani temi del genere?". Il film in questione è "Le crociate" di R. Scott. Tecnicamente un bel film: spettacolare, buon ritmo, bei personaggi, ricostruzione degli ambienti credibile, effetti speciali notevoli (anche se l'asseddio di Gerusalemme sembra tanto l'assedio di Gondor nel Signori degli Anelli, da un momento all'altro ti aspetti che spunti un orco...). Ma con un peccato originale: è pensato, scritto e realizzato da americani. Il che, per un film storico, è in genere un guaio. La sensibilità americana e del tutto diversa da quella europea. Non saprei come dire... sono troppo banali e la semplificazione non è sempre un bene.
C'è il vescovo pavido che, dopo giorni di assedio con l'esercito del Saladino ormai alle porte, dice: "convertiamoci all'Islam, ci pentiremo dopo". C'è il protagonista segnato dalla vita che non ha più fiducia in Dio.I templari sono immancabilmente dei cattivoni così come venivano dipinti nella letteratura dell'Ottocento (leggere Ivanohe di sir Walther Scott per credere). Il Saladino è spietato ma sa riconoscere il valore di un uomo...e via di questo passo. Insomma una lettura della storia tipicamente americana: i buoni che alla fine vincono, i cattivi che perdono, i redenti, i coraggiosi, i vigliacchi. Nessuna sfumatura, nessun esame. Le crociate forse sono state qualcosa di più, o di meno. Di certo non possono essere facilmente catalogabili in categorie rigide. Senza contare che alla fine, dopo la caduta di Gerusalemme (perché cade, è storia e non rovino il finale a nessuno) corrono i titoli di coda in cui si dice che a mille anni di distanza Gerusalemme è ancora turbolenta. Vero, ma non certo per colpa delle crociate e forse gli americani qualche responsabilità ce l'hanno pure. Insomma Sono convinto che un regista europeo, uno sceneggiatore del vecchio continente, avrebbero descritto la stessa storia con un taglio diverso, meno spettacolare ma più umano e vero.
A mettere fine a questi ragionamenti è stata la mia dolce metà con parole sacrosante: "Perché questi film li fanno gli americani? Perchè loro hanno i soldi". Come darle torto?
P.S: comunque il film, a mio parere, merita anche perchè qualche pssaggio interessante su tolleranza e fanatismo c'è ed è anche attuale.
C'è il vescovo pavido che, dopo giorni di assedio con l'esercito del Saladino ormai alle porte, dice: "convertiamoci all'Islam, ci pentiremo dopo". C'è il protagonista segnato dalla vita che non ha più fiducia in Dio.I templari sono immancabilmente dei cattivoni così come venivano dipinti nella letteratura dell'Ottocento (leggere Ivanohe di sir Walther Scott per credere). Il Saladino è spietato ma sa riconoscere il valore di un uomo...e via di questo passo. Insomma una lettura della storia tipicamente americana: i buoni che alla fine vincono, i cattivi che perdono, i redenti, i coraggiosi, i vigliacchi. Nessuna sfumatura, nessun esame. Le crociate forse sono state qualcosa di più, o di meno. Di certo non possono essere facilmente catalogabili in categorie rigide. Senza contare che alla fine, dopo la caduta di Gerusalemme (perché cade, è storia e non rovino il finale a nessuno) corrono i titoli di coda in cui si dice che a mille anni di distanza Gerusalemme è ancora turbolenta. Vero, ma non certo per colpa delle crociate e forse gli americani qualche responsabilità ce l'hanno pure. Insomma Sono convinto che un regista europeo, uno sceneggiatore del vecchio continente, avrebbero descritto la stessa storia con un taglio diverso, meno spettacolare ma più umano e vero.
A mettere fine a questi ragionamenti è stata la mia dolce metà con parole sacrosante: "Perché questi film li fanno gli americani? Perchè loro hanno i soldi". Come darle torto?
P.S: comunque il film, a mio parere, merita anche perchè qualche pssaggio interessante su tolleranza e fanatismo c'è ed è anche attuale.
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