USCIRE
Questa volta andarsene è stata dura, durissima. Spegnere il computer, raccogliere le ultime cose, fare finta di rovistare nei cassetti ormai vuoti per prendere tempo, poi alzarsi e imboccare l’uscita. Molto probabilmente, per l’ultima volta. Non ce l’ho fatta a salutare come si deve i miei compagni di viaggio, ho preferito evitare scene madri con tanto di lucciconi agli occhi. Me la sono cavata con un semplice “ciao fioi, tanto ci sentiamo in questi giorni”. Ma senza allegria, con il cuore pesante. Manu non l’ho nemmeno guardato uscendo. Meglio: per me e per lui. E’ finita così la mia avventura in E polis, una bellissima avventura. Nessuno mi porterà mai via il bagaglio di esperienza, contatti umani, giorni belli e meno belli, gioie e salutari incazzature, che hanno costellato il mio ultimo anno e mezzo. Adesso si apre un altro capitolo, più grigio e imprevedibile. Quello della cassa integrazione a “tempo determinato” (grazie Marcè), del futuro incerto dominato da quella piccola ansia che ti assale sempre quando non sai bene cosa fare. Di certo però, prima o poi, da una parte o dall’altra, si ritornerà in pista.
1 Comments:
Ripeto ciò che con parole simili ho scritto altrove: tu e Manuel non siete tipi che se ne stanno in panciolle sullo yacht di altri, esibendo la loro fortuna e il loro cattivo gusto e mangiando a sbafo, ma uno straccio di porto che vi permetta di buttare un'àncora prima o poi lo troverete, lo dovete trovare. Le ingiustizie nel mondo sono già tante e grandi, è proprio necessario aggiungerne un'altra?
Sareste disumani se ora non foste un po' depressi, ma so anche che avrete la forza per ripartire. Non so dove e non so come, so che all'inizio sarà difficile, ma su di voi posso scommettere.
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