A breve, questione di giorni, la mia condizione sarà quella del cassaintegrato. Non so quanto durerà, almeno non lo so ancora. Ma sto cercando di abituarmi all'idea. Proprio ieri stavo parlando con un amico che si occupa del reintegro dei disoccupati nel mondo del lavoro. Non conosce la mia situazione, io non gli ho detto nulla e siamo capitati sull'argomento per puro caso, ma ho ascoltato le sue parole con molto interesse.
Pare che molti cassaintegrati o disoccupati preferiscano mantenere questa posizione, e quindi godere dei sussidi previsti, piuttosto che tornare al lavoro. Ormai, anche nella laboriosa Marca, si sprecano i casi di aziende che non riescono a convincere chi sta a casa senza fare niente a rimettersi in pista. In tantissimi preferiscono godersi i 700-800 euro al mese del sussidio piuttosto che accettare impieghi da 1000 mesili, anche con contratti a tempo indeterminato (capita anche questo). "Immagino che chi si comporta così siano soprattutto gli stranieri", faccio io. "Scherzi? - ribatte lui - sono soprattutto italiani, gente che sa benissimo quello che fa. Credi a me". Un po' perplesso mi sono immaginato il mio futuro prossimo: a casa con il sussidio. Che farò? Di certo non ci rimarrò a lungo. Non condanno nessuno, ma stare fermo per non perdere l'aiuto della cassa previdenziale non rientra nelle mie corde. Se avrò la fortuna di trovare un nuovo lavoro o una fonte di guadagno, l'Inpgi potrà tenersi tranquillamente i suoi soldi (che poi sono anche i miei, ma questo è un altro discorso).