COCO-CAPELLO
A metà pomeriggio mi chiama la mia dolce metà: "guarda che per questa sera ho rimediato due inviti alla prima cena di Cocofungo. Andiamo?". "Certo che sì", rispondo io. L'appuntamento è per le 20,00 da Celeste, notissimo ristorante della marca. Ovviamente io la mia dolce metà finiamo di lavorare trafelati verso le 20,45 e ci presentiamo al locale alle 21,30. Un'ora e mezza di ritardo: niente male, si può fare di meglio.
Lungo la strada ragioniamo sul tipo di cena e di serata a cui andiamo incontro. Scontato il menù d'alta gastronomia, riamane la curiosità sugli ospiti. Pensiamo alla solita cinquantina di persone, tra cui molti colleghi (si sa, quando c'è da mangiare e bere gratis i giornalisti accorrono a frotte...), il solito assessore provinciale, il solito sindaco e via di questo passo. E invece: 950 invitati tra cui Prefetto, imprenditori di grido, presidente della Camera di Commercio, tutti i vertici di carabinieri, questura, esercito e aviazione, un vip della canzone come Red Canzian dei Pooh, sfoggio di abiti da sera d'alta sartoria (alcuni improbabili, adatti a delle ventenni ma indossati da carampane da non dire...). Insomma: una vera serata di gala. "Forse dovevo informarmi meglio", fa la mia dolce metà. Forse.
Ci sediamo ad un tavolo dove, ovviamente, non conosciamo nessuno. Va bene così, siamo gli ultimi arrivati ma alla fine ci siamo persi solo qualche antipasto. Per la sala girano degli operatori Tv, ne riconosciamo uno che si ferma a salutarci: "Quando c'è da mangiare i giornalisti si trovano sempre, eh?", esordisce con la più scontata delle battute. "E tu non mangi niente?". "No, devo riprendere. Poi c'è Capello che non la finisce più di parlare....". Attimo di silenzio. "Chi?", faccio io. "Capello, Capello, non fa altro che parlare di calcio....". "Ma Capello dove?", faccio ancora io che stento a capire. "Come dove? Eccolo là" e mi indica un tavolo in fondo alla sala. E in effetti è proprio lui, Fabio Capello, occhialetti e mascella sporgente compresi. Rimango di sasso. Vorrei mandare un Sms ad uno juventino sfegatato che schiatterebbe dall'invidia (forse) e ad un milanista che con ogni probabilità mi manderebbe a quel paese (sicuramente). Ma non posso perchè mi ricordo di avere il telefonino scarico, ovviamente. Rimango come ipnotizzato. Capello e lì e io cosa faccio? "Vai a farti fare un autografo", fa lei. "Non ci penso nemmeno", rispondo io. E in effetti non ci vado: se dovessi strappargli un'intervista mi butterei, andare a mendicare un autografo mi inibisce. Sono fatto così. Ma sono anche l'unico a farsi simili problemi. Per tutta la cena la fila di chi gli chiede dediche o foto è lunghissima. Io osservo ma non mi muovo. Capello, con signora, se ne va a metà serata. E' stato gentilissimo con tutti, un vero signore. Perfino i milanisti hanno dovuto applaudirlo....
Lungo la strada ragioniamo sul tipo di cena e di serata a cui andiamo incontro. Scontato il menù d'alta gastronomia, riamane la curiosità sugli ospiti. Pensiamo alla solita cinquantina di persone, tra cui molti colleghi (si sa, quando c'è da mangiare e bere gratis i giornalisti accorrono a frotte...), il solito assessore provinciale, il solito sindaco e via di questo passo. E invece: 950 invitati tra cui Prefetto, imprenditori di grido, presidente della Camera di Commercio, tutti i vertici di carabinieri, questura, esercito e aviazione, un vip della canzone come Red Canzian dei Pooh, sfoggio di abiti da sera d'alta sartoria (alcuni improbabili, adatti a delle ventenni ma indossati da carampane da non dire...). Insomma: una vera serata di gala. "Forse dovevo informarmi meglio", fa la mia dolce metà. Forse.
Ci sediamo ad un tavolo dove, ovviamente, non conosciamo nessuno. Va bene così, siamo gli ultimi arrivati ma alla fine ci siamo persi solo qualche antipasto. Per la sala girano degli operatori Tv, ne riconosciamo uno che si ferma a salutarci: "Quando c'è da mangiare i giornalisti si trovano sempre, eh?", esordisce con la più scontata delle battute. "E tu non mangi niente?". "No, devo riprendere. Poi c'è Capello che non la finisce più di parlare....". Attimo di silenzio. "Chi?", faccio io. "Capello, Capello, non fa altro che parlare di calcio....". "Ma Capello dove?", faccio ancora io che stento a capire. "Come dove? Eccolo là" e mi indica un tavolo in fondo alla sala. E in effetti è proprio lui, Fabio Capello, occhialetti e mascella sporgente compresi. Rimango di sasso. Vorrei mandare un Sms ad uno juventino sfegatato che schiatterebbe dall'invidia (forse) e ad un milanista che con ogni probabilità mi manderebbe a quel paese (sicuramente). Ma non posso perchè mi ricordo di avere il telefonino scarico, ovviamente. Rimango come ipnotizzato. Capello e lì e io cosa faccio? "Vai a farti fare un autografo", fa lei. "Non ci penso nemmeno", rispondo io. E in effetti non ci vado: se dovessi strappargli un'intervista mi butterei, andare a mendicare un autografo mi inibisce. Sono fatto così. Ma sono anche l'unico a farsi simili problemi. Per tutta la cena la fila di chi gli chiede dediche o foto è lunghissima. Io osservo ma non mi muovo. Capello, con signora, se ne va a metà serata. E' stato gentilissimo con tutti, un vero signore. Perfino i milanisti hanno dovuto applaudirlo....
7 Comments:
Siete soltanto voi così astiosi che dividete tutti in buoni e cattivi, noi i veri sportivi, come Capello, cerchiamo di combatterli sul campo ma fuori li applaudiamo.
P.s. Moggi non è un vero sportivo
Ma ti sei letto? E sarei io l'astioso? Ma fammi il piacere...
Non sono un grosso intenditore, però mi pare di aver riconosciuto finferli, porcini e chiodini magistralmente curati da Celeste. Il risotto che fanno lì, anche in queste occasioni, non lo mangio da nessun'altra parte. Sublime....
Caro bucaniere, non occorreva che tu scrivessi un'altra frase per dimostrare il tuo astio, lo si capiva già dal post... ;-)
Beh, veramente lo hai capito solo tu...:-)). Birra?
Accetto l'invito, grazie!
Stasera lavorerò fino a mezzanotte, che fate voi, uscite?
Hai ragione, la prossima volta mi attrezzo... Attendo la foto :-))
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